SALERNO - Questa è la storia di A.M., una sportiva di 25 anni, questa è la testimonianza che esiste anche una sanità che funziona. ...
OFFERTA SPECIALE
OFFERTA SPECIALE
OFFERTA SPECIALE
Tutto il sito - Mese
6,99€ 1 € al mese x 12 mesi
Poi solo 4,99€ invece di 6,99€/mese
oppure
1€ al mese per 3 mesi
Tutto il sito - Anno
79,99€ 9,99 € per 1 anno
Poi solo 49,99€ invece di 79,99€/anno
La donna si trovava all'interno di un bar a Baronissi, dove aveva iniziato a lavorare. La invitano a partecipare al karaoke. Sulle prime note il suo cuore smette di funzionare in maniera efficiente e si accascia al suolo. La soccorre la madre, presente, che mette in atto manovre rianimatorie rudimentali ma efficaci.
Intanto, viene allertato il 118. L'ambulanza arriva sul posto. Il monitor registra una fibrillazione ventricolare. Il medico rianimatore procede all'intubazione oro-tracheale e allo choc elettrico. Il cuore riprende a battere sia pure in maniera inefficiente, dopo quasi trenta minuti di disperate manovre rianimatorie.
La paziente viene trasportata presso la rianimazione del Ruggi diretta da Aldo Cirillo. Le sue condizioni cliniche sono disperate. La giovane donna è in grave choc cariogeno e insufficienza respiratoria che non sembra rispondere neanche alla ventilazione meccanica.
Il rianimatore, Nicola Tino, avanza l'ipotesi di una assistenza cardiopolmonare, detta Ecmo. La paziente viene trasferita in cardiochirurgia diretta da Severino Iesu. I colleghi, Antonello Pranza, Mario Colombino, Emanuele Fiore e Massimo Simeone, le impiantano un sistema di assistenza cardiaca meccanica in aggiunta ad una adeguata terapia farmacologica.
La paziente, progressivamente, si riprende. Riprende il respiro autonomo. Il miracolo è stato reso possibile da una catena sanitaria efficiente nella tempistica e nelle modalità assistenziali. Leggi l'articolo completo su
Corriere Adriatico