Dall'Italia alla jihad, non solo Fatima Spunta un nuovo foreign fighter

Dall'Italia alla jihad, non solo Fatima Spunta un nuovo foreign fighter
MILANO - Spunta un altro foreign fighter residente in Italia, nel processo a carico di Maria Giulia Fatima Sergio, la ragazza di Inzago che nel settembre 2014 ha raggiunto la...

OFFERTA SPECIALE

2 ANNI
99,98€
40€
Per 2 anni
ATTIVA SUBITO
OFFERTA MIGLIORE
ANNUALE
49,99€
19€
Per 1 anno
ATTIVA SUBITO
 
MENSILE
4,99€
1€ AL MESE
Per 3 mesi
ATTIVA SUBITO

OFFERTA SPECIALE

OFFERTA SPECIALE
MENSILE
4,99€
1€ AL MESE
Per 3 mesi
ATTIVA SUBITO
 
ANNUALE
49,99€
11,99€
Per 1 anno
ATTIVA SUBITO
2 ANNI
99,98€
29€
Per 2 anni
ATTIVA SUBITO
OFFERTA SPECIALE

Tutto il sito - Mese

6,99€ 1 € al mese x 12 mesi

Poi solo 4,99€ invece di 6,99€/mese

oppure
1€ al mese per 3 mesi

Tutto il sito - Anno

79,99€ 9,99 € per 1 anno

Poi solo 49,99€ invece di 79,99€/anno
MILANO - Spunta un altro foreign fighter residente in Italia, nel processo a carico di Maria Giulia Fatima Sergio, la ragazza di Inzago che nel settembre 2014 ha raggiunto la Siria insieme al marito per unirsi alle milizie dell'Isis.


Dalle indagini condotte dalla Digos e coordinate dal pm Paola Pirotta e dal procuratore aggiunto Maurizio Romanelli è emerso che, negli ultimi mesi del 2014, un aspirante mujahidin marocchino che abitava Avellino ha lasciato il Paese e ha raggiunto i territori del Califfato. A parlarne, nell'udienza di ieri mattina, è stata Cristina Villa, funzionario della sezione antiterrorismo della Digos, sentita nel processo che vede Maria Giulia Sergio, il marito Aldo Kobuzi, il padre Sergio Sergio e altre due persone imputate per terrorismo internazionale.

Gli inquirenti milanesi sono riusciti a risalire al marocchino grazie alle intercettazioni effettuate su un cellulare turco in possesso di tre facilitatori dello Stato Islamico. I tre erano incaricati di accogliere i potenziali foreing fighers, dare loro documenti falsi e aiutarli ad attraversare il confine con la Siria. In tutto sono 22 i numeri di fiancheggiatori dell'Isis tenuti sotto controllo dagli inquirenti milanesi, che hanno intercettato telefonate in arrivo da Svezia, Belgio, Spagna e Francia. Leggi l'articolo completo su
Corriere Adriatico