ROMA - Nell'immaginario comune un'intosscazione alimentare si nasconde spesso dietro il cibo di strada o quello più elaborato. Invece, c'è molta...
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Ecco quali sono:
Insalata in busta. Potrebbe sembrare più igienica di quella fresca da lavare, e invece è stata già maneggiata da molte persone, e questo aumenta il rischio di intossicazione. Marler ha spiegato: "La evito come la peste. Siamo abituati alla comodità, ma a volte penso che non valga il rischio". Una affermazione, questa, confutata dai produttori italiani.
Succhi di frutta a crudo. Possono sembrare sani, ma Marler assicura che uno dei suoi primi casi è stato proprio causato da un succo di mela a crudo diventato un ricettacolo per il batterio dell'Escherichia Coli.
Germogli di soia. In America, germogli crudi e poco cotti sono stati collegati a più di 30 casi di avvelenamento alimentare batterico negli ultimi 20 anni. Marler dice: "Ci sono stati troppi focolai per non prestare attenzione al rischio di contaminazione del germoglio".
Hamburger al sangue. "Il motivo per cui tutti i prodotti macinati devono essere cotti più a lungo - spiega l'esperto - è che i batteri presenti sulla superficie della carne possono essere presenti, tritati, anche all'interno. Se poco cotti possono provocare avvelenamento da E. Coli o salmonella".
Uova crude o poco cotte. "Sebbene il rischio di contaminazione da salmonella è molto minore di quanto non lo fosse vent'anni fa - dice Marler - preferisco sempre mangiare le mie ben cotte".
Ostriche. Nel corso degli ultimi anni, le ostriche sono dventate più pericolose, secondo Marler a causa del surriscaldamento delle acque. "Le ostriche sono filtratori, raccolgono tutto ciò che c'è nell'acqua. Se ci sono batteri potrebbero esserci problemi, e ne ho visti più negli ultimi cinque anni che negli scorsi venti. Non vale la pena rischiare". Leggi l'articolo completo su
Corriere Adriatico