MARGHERA - A volte i fiori nascono anche nel deserto. Nell'epoca delle barricate anti migranti, la storia di Magdy e Momo ha l'effetto di un tonico rigenerante....
OFFERTA SPECIALE
OFFERTA SPECIALE
OFFERTA SPECIALE
Tutto il sito - Mese
6,99€ 1 € al mese x 12 mesi
Poi solo 4,99€ invece di 6,99€/mese
oppure
1€ al mese per 3 mesi
Tutto il sito - Anno
79,99€ 9,99 € per 1 anno
Poi solo 49,99€ invece di 79,99€/anno
Momo ha 15 anni, ma ne dimostra decisamente meno. Ha lo sguardo sveglio, sotto il frontino del berretto degli Yankees. Un adolescente come mille, scaraventato all'improvviso tra gli adulti. Il suo inferno inizia in Tunisia, al secondo matrimonio della madre: quella casa si trasforma in una sorta di carcere domestico. Il patrigno non lo vuole, lo mette alla porta per due volte. Momo prende la sua decisione: andarsene per fare da apripista all'estero e poi aiutare sua madre a uscire da quella prigione. Si infila di nascosto, tra altri migranti, su un barcone per la Sicilia. Il viaggio è duro e lui è da solo, ma riesce a sbarcare sulla costa italiana. Si arrangia come può, pochi euro in tasca e sale su un treno, arriva a Napoli. Qui cerca un altro passaggio per Venezia. Dorme all'addiaccio, tutte le notti. Parla solo arabo, non una parola d'inglese o di italiano e non chiede aiuto, finché non si addormenta esausto su quella panchina del parco Sant'Antonio a Marghera.
Magdy Maher Louka Baskharoun vive nel Veneziano da più di dieci anni. Ha 50 anni e viene dall'Egitto, ha tre figli di 19, 16 e 5 anni. La più piccolina parla solo italiano, l'arabo lo mastica a fatica. «Io ho tre figli, adesso ne ho un quarto - dice sorridente il 50enne - non potevo deludere la mia bambina. Quando l'abbiamo trovato si è messa a piangere e mi ha detto: papà lo dobbiamo aiutare».
Corriere Adriatico