Alta tensione a Mestre fra un gruppo di stranieri e le forze dell'ordine. Domenica sera, nel corso di un controllo di routine da parte di una pattuglia di Strade Sicure, un...
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Era stato un residente a indirizzare la pattuglia dei lagunari verso quel giovane nigeriano. L’uomo l’aveva osservato per ore: avvicinarsi a una persona dopo l’altra, per poi allontanarsi rapidamente e, più tardi, tornare al proprio posto. È stato lui, quindi, a suggerire ai militari di controllare che non si trattasse di uno spacciatore. Quando gli uomini in mimetica si sono avvicinati ai giardini, però, l’uomo non ha accettato di collaborare, anzi. Ha prima ignorato i militari, poi quando uno di loro si è avvicinato è partita una colluttazione. Il giovane africano, nella lotta, è riuscito a colpire il lagunare con un pugno al volto.
La reazione del militare però non si è fatta attendere: con l’aiuto del compagno di reparto non ci ha messo molto a mettere a terra e immobilizzare l’uomo. A quel punto i connazionali del pusher si sono precipitati in aiuto dell’amico, fronteggiando i militari per cercare di fare da barriera umana e permettere al giovane di fuggire. Ai lagunari non è rimasto che chiamare i rinforzi, visto l’evidente disparità numerica. In pochi secondi, sul posto sono arrivate le volanti della questura. I poliziotti, insieme ai militari, hanno quindi fatto aprire le maglie della “falange” nigeriana andando a prendersi l’uomo. Lui è stato accompagnato in questura e denunciato, gli altri tutti identificati.
Le contromisure non possono essere solo repressive, questo è un concetto che ormai è chiaro a tutti. In attesa di nuove idee in ambito urbanistico e sociale, però, alle forze dell’ordine tocca il compito del contrasto al fenomeno giorno per giorno. Le volanti, quest’estate, hanno intensificato in particolare nella zona di via Piave le pattuglie fisse e di ronda. La polizia locale ha istituito servizi serali specifici, a piedi e in auto. Stesso copione per i carabinieri. Le risposte ai cittadini, però, forse adesso devono arrivare da altri interlocutori. Leggi l'articolo completo su
Corriere Adriatico