VENEZIA - Luca Bianco, il professore dell'Istituto di agraria Scarpa-Mattei di San Donà di Piave sospeso per aver cambiato sesso, ha perso il ricorso contro il...
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Oggi, a distanza di quasi un anno, il presidente del tribunale del lavoro di Venezia Luigi Perina ha stabilito che la sospensione di tre giorni inflitta al prof per quelle parole è stata giusta perché l'outing in così breve tempo, senza preparare adeguatamente le scolaresche, non è stato «responsabile e corretto». Lontano dal voler criticare una «legittima scelta identitaria», sognata da Bianco dall'età di 5 anni e diventata realtà solo dopo il passaggio di ruolo, il giudice contesta soprattutto le modalità dell'annuncio dato a decine di minori. «Se tempi e modi di tale scelta fossero stati attuati diversamente - scrive nel respingere il ricorso contro il provvedimento punitivo presentato dal prof e dal suo legale Marco Vorano - questa sarebbe stata 'responsabilè, 'correttà e consona alla funzione di docente».
All'epoca della trasformazione in Cloe, a dirsi choccata per l'accaduto fu, in particolare, una studentessa che uscì piangendo dall'aula. Suo padre non perse tempo e scrisse all'assessore regionale all'istruzione Elena Donazzan per raccontare quella che definì «una carnevalata». «Nessuno era al corrente del fatto, i genitori non erano stati avvertiti, i docenti non ne sapevano nulla - accusò l'uomo - .Ma davvero la scuola si è ridotta così?». Oggi Donazzan, sentita dall'ANSA, si dichiara tutt'altro che pentita per aver sollecitato una ispezione nell'istituto, ritenendolo danneggiato da quel comportamento. «La scuola - rileva - è un luogo protetto e va preservato. Approvo la decisione del giudice e continuo a pensare che un insegnante debba essere coerente: se è maschio è maschio, se è femmina è femmina».
Nel frattempo, lontani almeno temporalmente gli echi dello scandalo, la prof di fisica sembra sempre più convinta della scelta, come testimoniano i post su Facebook, pieni di dettagli sulle conquiste quotidiane sul cammino della nuova identità. «Cloe. Il mio nome di elezione sulle bollette domestiche. Ormai la lista è quasi completa - riporta soddisfatta il 14 ottobre -. Un'altra azienda esercente pubblici servizi di utenze domestiche ha accolto la mia richiesta di usare il nome di elezione sulle buste delle bollette e delle altre comunicazioni che mi inviano».
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Corriere Adriatico