«Non date i compiti il sabato e la domenica» non è una provocazione, ma un invito. Si toglie del tempo al dialogo, allo stare insieme, al confronto, questo in...
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Lo scrive in una nota alla dirigente scolastica della scuola primaria di 1° e 2° grado di Isola del Liri e Castelliri, don Alfredo Di Stefano (nella foto) arciprete della Collegiata di San Lorenzo Martire nella città delle cascate: «Una riflessione scaturita nella ricorrenza della festa di San Giovanni Bosco - si legge nella lettera di don Alfredo Di Stefano - che in tempi non facili né felici, ebbe con i ragazzi, la strada, la scuola, l’educazione, che lui definiva ‘cosa del cuore e Dio solo ne è il padrone’. ‘Cosa del cuore’ non solo perché c’è di mezzo il sentimento - amore per chi ci viene affidato e passione per il proprio lavoro -, ma perché il ‘cuore’ in senso biblico è il luogo in cui la persona - donna o uomo, ragazzo o giovane - decide di dare orientamento alla sua esistenza, fortifica la sua volontà e opera scelte concrete».
IL MESSAGGIO
Don Alfredo Di Stefano leggerà nell’omelia domenicale il suo invito al dirigente scolastico “Liberate il sabato e la domenica dai compiti, per esprimere carità, dolcezza e amorevolezza verso i nostri ragazzi”, davanti a quelle mamme chiamate agli straordinari la domenica, tra panni da lavare, casa da mettere in ordine, pranzo e cena da preparare e seguire i ragazzi nei compiti assegnati.
«In un tempo come il nostro - continua la lettera - popolato di solitudini laceranti e fortemente segnato dall’individualismo, si sente forte il bisogno di stare con gli altri, di impegnarsi per gli altri, di essere persona grazie agli altri. Questa dimensione cristiana, un po’ sbiadita - se non del tutto persa - a livello familiare e scolastico, e sempre più limitata ai soli giorni di catechismo e di messa domenicale, risulta penalizzata anche per gli eccessivi impegni che gravano sui bambini e adolescenti. Da qui la mia domanda: perché non liberare il sabato e la domenica dai compiti? Sono giorni speciali per la serenità della famiglia e molte volte diventano momenti di forte tensione e di pesante angoscia. Si potrebbero restituire al sabato e alla domenica la bellezza e la leggerezza dello stare insieme? Queste ore dedicate al riposo, all’incontro con amici e parenti e alla partecipazione alla messa domenicale, sono distratte dalla seria preoccupazione di dover fare i compiti per il lunedì e si è, così, costretti a rimanere in casa».
Don Alfredo conclude: «Mi auguro, che le tre parole di don Bosco - carità, dolcezza e amorevolezza - diventino metro di misura per i nostri ragazzi, di cui vanno curati la mente, il corpo e lo spirito, in eguale misura e con eguale impegno. Formare onesti cittadini e buoni cristiani, siano anche formula e impegno per noi».
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Corriere Adriatico