TRIESTE - «Ci sentiamo presi in giro: il nome del nostro territorio, Prosecco, tutela nel mondo miliardi di bottiglie, ma la quasi totalità degli impegni presi...
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In cambio dell'uso del nome di Prosecco, Mipaaf e Regione si impegnarono ad avviare una serie di iniziative per lo sviluppo agricolo e la promozione dei prodotti agricoli tipici della zona. Ma «quel protocollo- afferma Fabec - è rimasto praticamente lettera morta. Il nostro vino è stato e continua a essere la Glera. Siamo molto scontenti e siamo stanchi di aspettare. Che siano royalties, diritti di copyright, o qualunque altra cosa, siamo convinti che è arrivato il momento che quegli impegni siano mantenuti e che si faccia qualunque cosa che riesca a portare beneficio al nostro territorio» conclude Fabec.
A ribattere è il presidente del Consorzio di tutela del Prosecco doc Stefano Zanette: «Quella che sta montando attorno ai presunti diritti di utilizzo del nome "Prosecco" reclamati dai produttori del Friuli Venezia Giulia «è una grande messinscena che non farà bene al nostro prodotto». Leggi l'articolo completo su
Corriere Adriatico