Giulia Tramontano, la mamma di Alessandro Impagnatiello in lacrime in aula: «Ho perso 3 persone, volevo morire io»

Giulia Tramontano, la mamma di Alessandro Impagnatiello in lacrime al processo: «Ho perso 3 persone, volevo morire io»
Il dolore delle mamme di Alessandro Impagnatiello e di Giulia Tramontano emerge con forza durante il processo. La Corte d'Assise di Milano ha disposto che le...

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Il dolore delle mamme di Alessandro Impagnatiello e di Giulia Tramontano emerge con forza durante il processo. La Corte d'Assise di Milano ha disposto che le testimonianze della madre di Impagnatiello, il 30enne imputato per l'omicidio di Tramontano, e del fratello, non saranno videoregistrate dal Tribunale come prevede la legge introdotta con la riforma Cartabia.

 

 

 

 

Cosa ha detto Alessandro Impagnatiello alla mamma

«Mi scrisse di non parlare del box» ai carabinieri, giustificando questa strana richiesta con la presenza di alcune "piantine" probabilmente di Marijuana. Questo è uno dei passaggi della deposizione di Sabrina Paulis, madre di Impagnatiello, reo confesso dell'omicidio della compagna, durante la ricostruzione al processo sul Delitto di Senago, delle prime ore dopo la scomparsa denunciata di Giulia. La donna ha spiegato alla corte d'Assise del Tribunale di Milano di non aver notato nulla durante il primo sopralluogo in casa con gli inquirenti. «Urlava “dove è Giulia, dove è Giulia” al telefono con me», spiega la madre dell'imputato riguardo a quei primi momenti successivi alla scomparsa di Giulia, denunciata agli inquirenti.

 

Il sangue sulle scale


«Le ho detto “vieni a casa, cena con noi”, ma lei ha detto “no devo preparare la borsa, non ti preoccupare sono tranquilla”. Ho insistito, ma non c’è stato verso». Paulis racconta le ultime parole della 29enne dopo l’incontro con “l’altra donna” dell’ex barman. Una volta saputo del tradimento, «Giulia è tornata a casa a Senago con l’idea di lasciarlo, ci ha rassicurato che saremmo stati sempre i nonni» di Thiago. La decisione di tenere il bambino arriva dopo l’incertezza dell’imputato che avrebbe voluto aspettare un altro paio di anni. La sera del 27 maggio del 2023, Giulia viene uccisa con 37 coltellate.«Per me era andata a dormire alle 22, era l’ultimo accesso al telefono». L’allarme scatta solo nel pomeriggio del giorno dopo: Giulia non risponde e l’imputato è al lavoro. «Ho detto “devo andare a casa”, ho pensato “non è che ha fatto una pazzia?”, un brutto gesto per il dispiacere. La chiave del box non andava: entrava ma non girava. Nel box non siamo riusciti a entrare, non ho visto segni».

Nel box giaceva il corpo della 29enne. La borsa di Giulia trovata nella casa in ordine, la caccia alle telecamere in zona, la decisione di rivolgersi ai carabinieri, la scelta di non dire dell’esistenza del box su richiesta del figlio (avrebbe avuto delle piante di marijuana, ndr.), l’odore di benzina della macchina e poi quel particolare inedito che emerge tornando nella palazzina di Senago. «Ho chiesto “Ma sono delle goccioline di sangue quelle sulle scale?” Alessandro mi ha risposto “sì è del sangue, ma magari sarà un insetto, che schifo”. Non ho mai pensato male di mio figlio».

 

Il dolore della mamma

«Volevo morire io. Ho perso mio nipote Thiago e mio figlio Alessandro», dice tra lacrime incontrollabili la madre di Impagnatiello durante la sua deposizione al processo sul delitto di Senago, davanti alla Corte d'Assise di Milano. Durante la dichiarazione della madre è evidente lo stato di agitazione anche dell'imputato nella cella detentiva, continui spasmi e forti tremori mentre sente la madre in lacrime dietro al paravento, posto per non renderla riconoscibile in aula. Lo stesso trattamento riservato anche per il fratello.

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Corriere Adriatico