Accusato dell’omicidio della moglie, non era finito in carcere. Per aver rubato un gelato da una macchinetta erogatrice, invece, Emiliano Frocione, salito alla ribalta...
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Accusato dell’omicidio della moglie, non era finito in carcere. Per aver rubato un gelato da una macchinetta erogatrice, invece, Emiliano Frocione, salito alla ribalta delle cronache per aver ucciso la coniuge con tredici coltellate, è finito ieri tra le sbarre. E' accaduto in una casa di cura di Cassino, dove l’uomo sta seguendo un percorso riabilitativo. Nel luglio scorso i giudici della Corte d’appello di Roma, riconoscendogli l’attenuante della provocazione, avevano ridotto la pena da 18 a 14 anni di reclusione. Erano stati proprio i magistrati capitolini a respingere la richiesta di far tornare l’uomo in carcere.
Per aver preso un cremino, invece, il 37enne di Alatri è stato trasferito nel penitenziario di via Sferracavalli, a Cassino. La dirigenza della casa di cura ha segnalato quel comportamento alla procura generale che ha avviato la procedura per far scattare l’arresto. Nella giornata di oggi il legale difensore presenterà istanza di scarcerazione.
L’omicidio della moglie Alessandra Agostinelli di 34 anni si consumò nell’abitazione di Pignano ad Alatri nel settembre del 2014. Emiliano Frocione, all’epoca 37enne, secondo l'accusa al culmine di una lite per motivi di gelosia colpì a morte la donna con un’arma da taglio. Leggi l'articolo completo su
Corriere Adriatico