Hanno mentito cercando di accampare versioni pochi attendibili per celare la verità. Ma alla fine, a quasi tre anni dalla morte della loro bambina, sono crollati sotto il...
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Secondo quanto riporta Le Parisien, la coppia ha raccontato che il giorno della tragedia, il 27 febbraio 2015, aveva organizzato una festa a casa. Dopo che gli invitati erano andati via, Maëlyne avrebbe afferrato un bicchiere di vino rosè e sarebbe finita in coma. Una versione lacunosa che non ha mai convinto gli investigatori, visto che la piccola non era in grado di camminare né, tantomeno, di afferrare un bicchiere e berne il contenuto. A corroborare quello che inizialmente era solo un sospetto è stato l'esame autoptico sul corpo della bimba: nel sangue di Maëlyne sono state trovate tracce di farmaci normalmente prescritte a persone che soffrono di depressione. La stessa sostanza, inoltre, è stata trovata anche nel biberon della bambina e in quello della sorellina di 3 anni.
Delphine e Cyrille adesso si preparano per affrontare il processo: sono stati accusati di aver somministrato sostanze pericolosa alla loro bambina, ma non con l'intenzione di ucciderla. La parola spetta ai giudici di Le Mans: se condannati, rischiano una condanna a 20 anni di reclusione. Leggi l'articolo completo su
Corriere Adriatico