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Filippo Turetta ha raccontato alla polizia tedesca che lo ha arrestato di avere pensato «più volte di farla finita» nel corso della sua fuga ma di non avere avuto il coraggio di farlo. Questa la dichiarazione messa a verbale: «Ho ammazzato la mia fidanzata, ho vagato questi sette giorni perchè cercavo di farla finita, ho pensato più volte di andarmi a schiantare contro un ostacolo e più volte mi sono buttato un coltello contro la gola ma non ho avuto il coraggio di farla finita».
Il coltello e il sangue
Un coltello da cucina con una lama di dodici centimetri, probabilmente l'arma del delitto, un paio di guanti e un telefono cellulare, sono stati rinvenuti dalla polizia tedesca nella borsa di Turetta, all'interno della Punto nera fermata lungo l'autostrada vicino a Lipsia. Lo riferiscono i quotidiani locali e nazionali. Nella vettura sarebbero state individuate anche tracce di sangue, presenti anche sulle scarpe e sui vestiti del 22enne. sarebbero stati trovati infine circa 300 euro in contanti; altri accertamenti sono in corso sull'eventuale acquisto di una scheda Sim straniera per poter utilizzare il telefonino senza venire tracciato.
L'auto
Un portavoce della Polizia di Halle ha confermato che la Punto nera è sempre sotto la custodia giudiziaria tedesca in un deposito «in Germania» e deve essere «nuovamente» esaminata. «L'auto si trova in custodia di polizia in Germania.
Il carcere
Chiuso nel ventre del «bue rosso», il carcere Roter Ochse di Halle, un penitenziario tristemente famoso per la storia doppiamente tetra della Germania est dapprima nazista e poi comunista. Lì dentro si trova Turetta dopo la fine della sua fuga perchè senza soldi e benzina. Chiuso senza altre persone in una cella perché questo è lo standard in simili situazioni in Germania o almeno ad Halle Il giovane è infatti rinchiuso nello «Justizvollzugsanstalt» della maggiore città della Sassonia-Anhalt: lo «Jva», come lo si chiama in ambienti giudiziari dove le parole sono tante e gli acronimi aiutano a convivere con quelle lunghissime tedesche. Ma, soprattutto, come ricorda un memoriale al suo interno e come ha sottolineato oggi a giornalisti il portavoce del Tribunale di prima istanza, per tutti è il Roter Ochse, il bue rosso, appunto.
La perizia psichiatrica
La difesa di Turetta non esclude di chiedere l'effettuazione di una perizia psichiatrica sul giovane che ha ucciso Giulia Cecchettin. Lo ha affermato oggi il legale, Emanuele Compagno. «Perché non dovremmo escludere - ha sottolineato - di ricorrere a una perizia? Questo non per esonerare il ragazzo da ogni responsabilità, ma questo per capire davvero fino in fondo che cosa c'è stato nella mente».
L'estradizione
«La consegna del cittadino italiano è stata autorizzata oggi dalla Procura Generale di Naumburg, per cui il suo trasferimento alla custodia delle autorità italiane avverrà entro alcuni giorni»: lo ha comunicato all'ANSA una magistrata della stessa Procura generale regionale della Sassonia-Anhalt, la procuratrice e capo Tatjana Letz, riferendosi a Turetta.
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