La geolocalizzazione è esclusa. Parte da questa premesse la regolamentazione dell'app Immuni. Quindi niente gps e nessun tracciamento dall'alto. I dati verranno...
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Il mancato utilizzo dell'app «non comporta alcuna limitazione o conseguenza in ordine all'esercizio dei diritti fondamentali dei soggetti interessati ed è assicurato il rispetto del principio di parità di trattamento». In sostanza, il decreto legge approvato dal consiglio ieri notte garantisce privacy ed esclude qualsiasi imposizione a chi volesse ribellarsi all'utilizzo. «Servirà? Non servirà? Non è mio compito dirlo - sostiene il commissario Domenico Arcuri -, io ho il compito di implementarla e di renderla compatibile con le norme su sicurezza e privacy».
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Verrà utilizzato «un server pubblico e italiano - precisa il commissario - e questo è garantito, che rispetti la privacy secondo le leggi italiane ed europee, poi che serva ad accorciare se non ad azzerare il tempo tra il contagio e il tracciamento del caso, che ora ci mette un certo tempo». Il sistema sarà finalizzato a rilevare i contatti «stretti» tra coloro che hanno installato la app «su base volontaria» posto che i dati dovranno essere resi «anonimi» o se non è possibile «pseudonomizzati».
Dove saranno custoditi? Saranno conservati «anche nei dispositivi mobili degli utenti, per il periodo strettamente necessario al trattamento». Il sistema di tracciamento - ha precisato la ministra dell'Innovazione Paola Pisano - dovrà tenere in considerazione «l'evoluzione di sistemi internazionali oggi ancora non completamente definiti, in particolare i modelli annunciati da Apple e Google, su cui la soluzione italiana si baserà». Gli stessi scelti dalla Germania preferendo quindi un approccio decentralizzato che sembra offrire più garanzie dal punto di vista della privacy e anche della semplificazione del lavoro degli sviluppatori. Le applicazioni di tracciamento dei contatti - ha aggiunto la ministra - possono funzionare anche con un'adesione sotto il 60%, «già al 25-30% hanno giù una buona resa». Leggi l'articolo completo su
Corriere Adriatico