OCCHIOBELLO - Spunta il nome di Globo per la rinascita dell'area ex Mercatone Uno. Lo storico marchio è fallito nel maggio 2019 e, dal punto vendita di Occhiobello,...
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Nel frattempo, il Mise ha concesso una proroga per la cessione dei vari punti vendita che hanno interesse d'acquisto. I nuovi termini sono stati posticipati al 23 maggio e si cercano soluzioni in tutto lo Stivale per far ripartire i negozi. Sono emerse 14 offerte d'acquisto per 24 punti vendita d'Italia e 21 manifestazioni d'interesse per 55 negozi identificati come acquistabili. E tra questi rientra Occhiobello. Anche per una questione geografica, la pista Globo è tra le più calde da battere. Il marchio, di recente, ha aperto i battenti pure nella vicina Ferrara. Sull'Eridania, da quando si sono spente le luci il 25 maggio 2019, gli scaffali sono ancora pieni e tutta la merce è ancora all'interno del negozio. Cucine, armadi, camerette, salotti e bagni che finiranno all'asta nei prossimi mesi, a prezzi stracciati.
SMANTELLATO
Lo scorso 10 gennaio è stata staccata l'insegna sulla strada e questo rappresenta la fine della storia di Mercatone Uno. In Veneto, oltre che per Occhiobello, sono al vaglio soluzioni che riguardano i comuni di Carrè, Legnago e Noventa Padovana.
C'è in ballo il destino di centinaia di lavoratori. Dall'amministrazione comunale di Occhiobello bocche cucite e nessun riscontro ufficiale sull'ipotesi legata al marchio Globo. La speranza di lavoratori, sindacati e mondo del commercio è che, quanto prima, quell'area riveda la luce e riparta con un nuovo progetto aziendale. Da inizio gennaio, i dipendenti della catena nazionale possono almeno tirare il fiato. È arrivato il via libera per altri cinque mesi di cassa integrazione. Una decisione assunta a livello ministeriale, che permette ai lavoratori di ricevere la cassa integrazione riportata ai livelli di reddito pre-crisi, grazie a un precedente accordo frutto di un'intesa con i sindacati. Sono tante le famiglie polesane coinvolte nella crisi del colosso di arredo casa in capo a Shernon Holding, soffocato dalla crisi economica e costretto ad abbassare le saracinesche nei 55 stabilimenti presenti in tutta Italia. Sul fronte giudiziario, dopo il crac, il pm Michele Martorelli ha chiesto condanne da due fino a quattro anni per i sei imputati, che hanno chiesto il rito abbreviato. La sentenza arriverà il prossimo 5 febbraio, ma non avrà purtroppo nessun effetto risarcitorio per i dipendenti. Leggi l'articolo completo su
Corriere Adriatico