La foto della cima dell' Everest affollata da oltre 300 scalatori in fila uno dietro l'altro, postata tre giorni fa su Instagram da Nirmal Purja e diventata subito virale,...
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Il capo dell'ufficio del turismo nepalese Danduraj Ghimire ha definito «senza senso» le voci secondo le quali tra le cause di morte degli scalatori potrebbe esserci il sovraffollamento della cima e i tempi lunghissimi, fino a due ore di coda, per raggiungere la vetta. Tuttavia secondo gli esperti l'ipotesi non è del tutto infondata tanto più che il mal di montagna è già la prima causa di morte. Ad un'altezza di 8.848, infatti, ogni respiro contiene un terzo dell'ossigeno rispetto a quello che si trova al livello del mare. Il corpo umano, inoltre, si deteriora più rapidamente e può sopravvivere a quelle altitudini solo pochi minuti.
Nella foto diventata ormai diventata famosa si vedono circa 320 persone presenti contemporaneamente in un punto noto, secondo l'autore dello scatto, come «la zona della morte».
Corriere Adriatico