Un'utenza telefonica completamente dedicata all'attività di spaccio. Pronto? Vorrei la droga. Quanto mi costa? Dall'altra parte, i pusher rispondevano cortesi...
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A Macerata un fiume di eroina, chiuso il cerchio sulla banda dei nigeriani
Ben 24mila in soli due mesi, infatti, le chiamate ricevute ai due call center stupefacenti operativi a Salerno città e Pontecagnano (il primo) e l'altro a Bellizzi e Montecorvino Pugliano, nel salernitano (il secondo). L'utenza telefonica dedicata veniva trasferita da uno spacciatore all'altro al termine di ogni turno. Ventuno le persone indagate nell'ambito dell'inchiesta condotta dalla Dia (Direzione distrettuale antimafia) di Salerno: il blitz di ieri mattina ha portato 12 persone in carcere, 7 agli arresti domiciliari mentre 2 e due sono state raggiunte da divieto di dimora nella provincia di Salerno.
Fermo, il pusher di cocaina in Maserati che amava la bella vita esce dal carcere: andrà in comunità
Dopo la prenotazione esclusivamente via telefono, ecco la fase dello spaccio vero e proprio e della raccolta dei soldi pagati dai tossicodipendenti, che si sviluppava in luoghi abituali ormai noti ai clienti e organizzata secondo tre turni giornalieri prestabiliti (ore 7-13, ore 13-19:30 e ore 19:30 - 04:00), sui quali si avvicendavano i phone-pusher. Gli utilizzatori non erano però solo tossicodipendenti del capoluogo salernitano o di territori immediatamente prossimi, ma anche persone che provenivano dall'intera provincia, da paesi dell'Alto Cilento e del Vallo di Diano, nonché dall'Irpinia e finanche dalla Basilicata, i quali non esitavano a sobbarcarsi un lungo viaggio pur di approvvigionarsi di consistenti quantitativi di stupefacenti. Cocaina, crack, eroina e hashish le sostanze più richieste. Per ricostruire l'intera rete gestita dai due gruppi criminali associati, gli uomini della Dia hanno indagato per due anni, dal 2017.
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Corriere Adriatico