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MASER (TREVISO) - A fare il vaccino, Nadia Positello si era recata, con il marito, lo scorso 27 settembre. Dopo quella data, lei, che aveva già avuto delle tromboflebiti, aveva segnalato stanchezza, ma anche difficoltà a respirare. Lo aveva detto alle amiche e alle tante mamme che passavano per la sua gelateria, la Canova di Crespignaga. È per questo che la comunità della frazione, alla notizia del malore che lunedì se l'è portata via praticamente fra le braccia del marito Denis, stabilisce istintivamente una possibile correlazione con il vaccino. Un legame che al momento non è suffragato da alcun tipo di prova, anche se la famiglia stessa, desiderosa di fugare ogni dubbio, si sarebbe rivolta a un avvocato, per fare chiarezza su una morte che sta paralizzando tutta la comunità.
LE IPOTESI
Due a quanto pare le ipotesi che si sarebbero fatte strada: quella di un'embolia polmonare e quella che legherebbe la morte al vaccino. «L'autopsia verrà eseguita entro la settimana prossima - dice il direttore Francesco Benazzi - Comprendiamo il dolore e siamo vicini alla famiglia.
FAMIGLIA SEGNATA
Innanzi tutto, solo pochi mesi fa, lo scorso aprile, quella stessa famiglia aveva subito la perdita del papà di Nadia, Lino. Per problemi di carattere cardiaco, aveva subito un intervento in ospedale a Treviso. Tutto era andato per il meglio; poi, però, nella fase della riabilitazione, a Motta di Livenza, era arrivato il Covid. Che lo aveva portato alla morte. Ma ad aggravare il dolore, anche il fatto che Nadia lasci una ragazzina di 14 anni che avrebbe dovuto essere accompagnata con calma e gradualità a una notizia tanto terribile. Cosa che, nell'era dei social, è impossibile che accada. Ma ci sono anche altri congiunti per i quali Nadia e il suo sorriso solare rappresentavano un punto di riferimento. Un baluardo. E tutti loro sono orfani e più soli. Da lunedì. «Esprimo la mia vicinanza alla famiglia -dice il sindaco Claudia Benedos- Si tratta di un nucleo riservato che, però, è conosciuto, amato e inserito nella comunità». Anche per la propria generosità. Non a caso, lo scorso aprile, al momento della morte di Lino, proprio il sindaco aveva ricordato che «nel 1974 aveva fondato, insieme al fratello Francesco, l'azienda specializzata in imballaggi di legno, l'attività è poi proseguita con Francesco e i suoi figli. Un'azienda, la Positello srl, che si è distinta già durante la prima fase dell'emergenza pandemica con un importante gesto di solidarietà: una donazione a sostegno delle famiglie in difficoltà del territorio».
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