ROVOLON - Un crollo nervoso, poi le lacrime: «Ora voglio starmene da solo». Così don Roberto Cavazzana, 41 anni, il parroco di Carbonara di Rovolon, noto per...
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I famigliari di don Roberto, che intanto è stato sospeso dalla Diocesi, hanno eretto un muro invalicabile a protezione del sacerdote, che ha lasciato la parrocchia domenica, due giorni dopo l’interrogatorio in Procura. «Mio fratello è molto provato, ora starsene da solo e non intende vedere nessuno». A parlare è il fratello Simone, titolare dell’albergo ristorante Hotel Diana-La Cantinetta di Torreglia, noto locale dell’area collinare euganea. «Non è una cosa facile da assorbire - afferma - ma chi sta soffrendo moltissimo per questa vicenda è soprattutto mio padre, l’ha presa davvero male. Mia madre, io e l’altro mio fratello Andrea siamo più sereni, siamo certi che Roberto ne verrà fuori, nessuno deve dimenticare che nei suoi confronti non è stata formulata alcuna accusa, è stato sentito solo in veste di testimone. Certo che per noi è un bruttissimo momento».
La volontà di proteggere il fratello è chiara: non fornisce nessuna indicazione, neppure vaga, su dove si trovi ora il sacerdote che, da domenica scorsa, ha fatto perdere le sue tracce.
Ospite di altri parenti? Da amici? In qualche località dei Colli? «È via» si limita a rispondere Simone. Il tono della voce, da sommesso, si alza di colpo: «Quello che fa male è che un’intera famiglia finisca sotto i riflettori, per una vicenda che deve ancora essere chiarita in tutti i suoi aspetti e nella quale, continuerò a ripeterlo senza stancarmi mai, mio fratello compare solo come persona informata sui fatti. Una delle prime cose che Roberto mi ha detto, quando è uscito dall’interrogatorio, è che lo stesso magistrato lo ha rassicurato che su di lui non pende alcuna accusa».
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Corriere Adriatico