Mal di testa o alle ossa quando cambia il tempo? Ecco perché succede

Mal di testa o alle ossa quando cambia il tempo? Ecco perché succede
ROMA - Dolori articolari o ossei al cambiare del tempo? Non è una diceria popolare, ma accade realmente e per un motivo ben preciso spiegato dalla scienza. Uno studio...

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ROMA - Dolori articolari o ossei al cambiare del tempo? Non è una diceria popolare, ma accade realmente e per un motivo ben preciso spiegato dalla scienza. Uno studio britannico dimostra infatti che esiste un nesso tra cattive condizioni climatiche e l'acuirsi del dolore in persone che soffrono di una qualche forma di dolore cronico (dolore che persiste nell'arco di almeno tre mesi, ad esempio una cefalea molto ricorrente).


Condotto presso la University of Manchester nell'ambito del progetto tuttora in corso intitolato 'Cloudy with a Chance of Pain', lo studio sarà presentato oggi al British Science Festival presso l'Università di Swansea.

Coordinata dall'epidemiologo Will Dixon, la ricerca ha coinvolto finora 9000 persone. I volontari hanno scaricato una app sul proprio smartphone che serviva loro per tenere un 'diario digitale' della loro condizione dolorosa, giorno per giorno. La app automaticamente teneva invece un diario delle condizioni meteorologiche della località di residenza del singolo volontario e incrociava i dati meteo giornalieri con quelli sull'intensità del suo dolore.

In questo modo i ricercatori hanno visto chiaramente che nei giorni piovosi o di cielo grigio il dolore di cui soffriva ciascun volontario si acuiva.

Il nesso tra meteo e condizione dolorosa si riconosce infatti nella stagionalità con cui i sintomi si manifestano, più acuti nei mesi freddi e piovosi.

Secondo gli esperti questi primi risultati sono già un buon inizio e suggeriscono che, ad esempio, chi soffra di un disturbo doloroso cronico, potrebbe pianificare le proprie giornate anche in base alle previsioni meteo, tenendo conto che se arriva la pioggia sicuramente sarà un 'giorno no' per il proprio stato fisico. Leggi l'articolo completo su
Corriere Adriatico