«Demonizzare un alimento può contribuire all'insorgere di pregiudizi e false credenze in grado di influenzare negativamente le nostre scelte alimentari. Alla luce...
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Lo sottolinea la nutrizionista Elisabetta Bernardi, autrice del libro 'Oggi cosa mangiò, in occasione del Convegno 'Proteine animali e vegetali: luci ed ombrè, organizzato all'interno del programma di convegni 'Spazio Nutrizionè, in programma da oggi a sabato 7 maggio a Milano, in collaborazione con l'università Statale del capoluogo lombardo. «Se volessimo coprire il nostro fabbisogno di proteine con alimenti di origine vegetale, spesso raccomandate come alternativa alle proteine di origine animale - avverte l'esperta - rischieremmo di introdurre allo stesso tempo una quantità eccessiva di altri nutrienti, rispetto alle esigenze del nostro organismo, assumendo da 3 a 5 volte più calorie rispetto a quelle ottenute con alimenti di origine animale, in particolare tagli magri di carne o pesce».
Se gli alimenti proteici di origine vegetale contribuiscono maggiormente all'apporto di fibra alimentare, vitamine E e magnesio, prosegue, quelli di origine animale contribuiscono all'assunzione giornaliera di nutrienti come ferro, zinco, vitamina B 12, fosforo e calcio. «Tutti i nutrienti sono essenziali ma ogni fase della vita e specifiche esigenze sono caratterizzate da un fabbisogno minore o maggiore di alcuni nutrienti. Le donne in gravidanza, ad esempio, presentano un aumentato fabbisogno di proteine, acidi grassi essenziali, ferro, zinco, calcio e vitamina B12, di cui gli alimenti di origine animale sono la fonte migliore - conclude la nutrizionista - In particolare, la carne si rivela indispensabile per un corretto apporto di ferro, la cui carenza può compromettere il funzionamento cerebrale, l'apprendimento e la memoria del nascituro, e di colina, un nutriente essenziale che svolge un ruolo critico nello sviluppo del sistema nervoso centrale del bambino e il cui fabbisogno aumenta anche durante l'allattamento».
Un consumo di carne moderato per gli esperti «può essere sostenibile per l'ambiente, secondo quanto mostrato dalla 'Clessidra ambientalè, che rappresenta graficamente l'impatto ambientale del consumo di cibo per una settimana» ed è al centro del progetto 'Carni Sostenibilì promosso dalle tre associazioni che rappresentano tutte le filiere delle carni in Italia (bovino, suino e avicolo). Leggi l'articolo completo su
Corriere Adriatico