Giovane picchiato in discoteca in coma a Jesolo. I genitori: «Come a Lloret, è tentato omicidio»

Daniele Bariletti, il giovane picchiato in discoteca a Jesolo. E' in coma
Un'aggressione terribile nel privė di una discoteca, un giovane in coma farmacologico dopo due pugni al volto che gli hanno letteralmente spaccato la fronte. Daniele...

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Un'aggressione terribile nel privė di una discoteca, un giovane in coma farmacologico dopo due pugni al volto che gli hanno letteralmente spaccato la fronte. Daniele Bariletti, 24enne veneziano di Pianiga, ė ricoverato all'ospedale di Mestre in seguito a un pestaggio subito la notte di Ferragosto nella discoteca "Vanilla Club" di Jesolo (Venezia). Durissimo il commento dei genitori, Lucia e Maurizio, affidato a una lettera inviata a un giornale. "I pugni che hanno sfondato la fronte di nostro figlio Daniele sono stati sferrati per uccidere. Ci appelliamo alle forze dell’ordine, sia per individuare l’aggressore ma anche per il tipo di indagine. Si tratta di tentato omicidio”.



Il Vanilla Club di Jesolo

La vicenda è stata resa nota proprio dai genitori del ragazzo nella lettera denuncia. La vittima dell'aggressione si trovava all'interno di un privé del locale, quando sarebbe stato avvicinato da uno sconosciuto, un giovane corpulento, che, probabilmente in stato di alterazione, gli avrebbe gettato addosso una bevanda. Quando il 24enne ha reagito, l'altro gli si sarebbe lanciato contro, colpendolo con due pugni al volto.



L'aggressore non è stato identificato. Gli amici della vittima hanno accompagnato l'amico in ospedale, ma le sue condizioni sono apparse subito molto serie, al punto che i medici hanno dovuto scegliere di indurre il coma farmacologico. I genitori del ragazzo hanno paragonato la vicenda del figlio alla tragedia costata la vita al giovane italiano a Loret de mar, in Spagna, stigmatizzando il fatto che simili situazioni sfuggano sempre di mano al personale preposto alla sicurezza dei locali. "Nei giorni scorsi - dicono i genitori di Daniele - seguivamo indignati quanto successo in Spagna, speranzosi che un fatto del genere non potesse accadere ma purtroppo non è stato così. Possibile che un "club" e soprattutto la vigilanza non riesca a gestire tali situazioni? Non possiamo accettare che un locale di divertimento diventi un luogo di violenza” Leggi l'articolo completo su
Corriere Adriatico