Da imprenditore a narcotrafficante sorpreso in auto con 11 chili di coca

La droga nascosta nell'auto (Newpress)
MILANO - Gli agenti della Squadra Mobile di Milano hanno arrestato a Bresso (Milano) Giorgio Giovanni Facchinetti, 64 anni, incensurato, che nascondeva all'interno della sua...

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MILANO - Gli agenti della Squadra Mobile di Milano hanno arrestato a Bresso (Milano) Giorgio Giovanni Facchinetti, 64 anni, incensurato, che nascondeva all'interno della sua auto oltre 11 chili di cocaina. La droga, nascosta in una Seat che si trovava in un box, era destinata al mercato milanese ed era stata importata dall'uomo dall'Olanda.




L'uomo, che fino al 2008 era stato il titolare di una ditta di calcestruzzo a Bergamo, aveva una quantità di droga il cui valore è stato quantificato dagli investigatori in oltre oltre 400mila euro all'ingrosso. La cocaina era nascosta in un'auto modificata. Facchinetti è stato bloccato dagli agenti che da qualche tempo stavano monitorando i suoi spostamenti. Venerdì lo hanno seguito da Bergamo fino a un box in via Tasso, a Bresso, dove ha lasciato la Seat Leon con cui era partito per prendere un'altra vettura. Il cambio è sembrato strano e così lo hanno bloccato e portato al garage per capire cosa ci fosse all'interno. Dopo tre ore di analisi da parte dei meccanici è stato trovato il nascondiglio nella vettura: per attivare lo sportello dell'imbosco posto sotto il cambio bisognava premere due viti-pulsanti con la punta di una pinzetta. Dentro c'erano panetti già divisi e segnati con numeri e cifre scritte con un pennarello in modo da poter essere consegnati ai vari destinatari.

«L'uomo non ha collaborato - ha spiegato Andrea Olivadese, a capo dell'indagine - Il compenso per il viaggio potrebbe aggirarsi attorno ai mille euro per ogni chilo. Il valore totale, all'ingrosso è di circa 440mila euro, che ovviamente al dettaglio si moltiplica diverse volte». L'azienda di Facchinetti ha chiuso nel 2008 e da allora non ha più lavorato. «Non sappiamo da quanto facesse il corriere - ha aggiunto il capo della Squadra mobile milanese, Lorenzo Bucossi - Ma la macchina era modificata in modo molto professionale, non per un unico viaggio».
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Corriere Adriatico