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Omicidi, associazione a delinquere, estorsioni, sequestro di persona. Sono solo alcuni dei reati gravissimi compiuti dai tre criminali più pericolosi d'Italia ancora latitanti e inseriti nell'elenco «massima pericolosità del Programma Speciale di Ricerca» (GIIRL). Altri 56 soggetti sono classificati come pericolosi, 55 stanati e arrestati dal 2019 al 2023. Ma ora le forze dei militari e dell'Interpol si stanno focalizzando su alcuni nomi cerchiati in rosso. Tre introvabili, dei quali viene fornita, oltre a una foto segnaletica e alle generalità (nome, cognome, data e luogo di nascita), anche un'indicazione dei crimini per cui sono ricercati, con l'anno a partire dal quale sono iniziate le indagini.
L'elenco
La lista, concepita e messa in opera a partire dal luglio 1992, ha annoverato stabilmente 30 latitanti fino al 2009: infatti, quando un latitante veniva catturato, veniva automaticamente rimosso dalla lista e sostituito con un altro criminale ancora ricercato, che proveniva da una lista "cadetta" di 100 nominativi. Come si legge dalla presentazione della lista nel sito internet che la ospita, «L'iniziativa è volta a stimolare lo spirito di collaborazione della collettività con le Forze di Polizia nel settore della ricerca di pericolosi malviventi».
Renato Cinquegranella
Legato a partire dagli anni ottanta Nuova Famiglia, Cinquegranella sarebbe coinvolto nell'omicidio di Giacomo Frattini, detto "Bambulella", un giovane affiliato della Nuova Camorra Organizzata di Raffaele Cutolo. Frattini fu torturato, ucciso e fatto a pezzi, il 21 gennaio 1982, per vendicare l’omicidio in carcere di un fedelissimo dell'allora boss di Secondigliano, Aniello La Monica. Il corpo di "Bambulella" fu trovato avvolto in un lenzuolo nel bagagliaio di un'auto, mentre la testa, le mani e il cuore furono trovati chiusi in due sacchetti di plastica all'interno dell'auto.
Attilio Cubeddu
Fin da giovanissimo si fa largo nell'ambiente criminale. Prende parte ai sequestri Rangoni Machiavelli e Bauer in Emilia-Romagna, messi a segno entrambi nel 1983, e al sequestro Peruzzi, messo a segno in Toscana nel 1981, e si diede alla latitanza. Arrestato un anno dopo a Riccione, fu condannato a 30 anni. In carcere si comporta da detenuto modello, riuscendo così ad ottenere alcuni permessi premio: Ed è così che ne '97, sfruttando uno si questi benefici, non rientra nel carcere di Badu 'e Carros di Nuoro e diventa latitante, rimanendo coinvolto nel sequestro di Giuseppe Soffiantini (fu il custode dell'ostaggio) e nell'omicidio del poliziotto dei Nocs Samuele Donatoni. È anche uno dei maggiori sospettati del sequestro di Silvia Melis, rapita a Tortolì, in Ogliastra, nel 1997.
Giovanni Motisi
Reggente del mandamento Pagliarelli, secondo il pentito Angelo Casano, subentrò al boss Nino Rotolo, costretto ai domiciliari. Ha rimpiazzato lo zio Matteo Motisi come capo dell'omonimo clan: attualmente è considerato uno dei più potenti capi mafiosi di Palermo. Motisi, dopo la cattura di Marco Di Lauro e Matteo Messina Denaro, è diventato il latitante più pericoloso e ricercato d'Italia. Dal '98 è ricercato per omicidio, dal 2001 per associazione di tipo mafioso, e dal 2002, per strage. Killer di fiducia di Totò Riina, secondo le dichiarazioni di Calogero Ganci, collaboratore di giustizia, era presente in Cosa Nostra nel momento in cui si era discusso di assassinare il generale Carlo Alberto Dalla Chiesa. Per gli inquirenti si sarebbe avvicinato all'ala moderata di Cosa nostra guidata da Bernardo Provenzano. Venne condannato all'ergastolo per l’omicidio del commissario Giuseppe Montana, ucciso il 28 luglio 1985. Promossa dall'Europol, nel 2016 la sua figura venne inserita nella lista dei criminali più ricercati d'Europa.
In crescita il ruolo delle donne
La Criminalpol evidenzia anche l’incremento del numero di latitanti di nazionalità estera, «espressione, sovente, della presenza di organizzazioni criminali composte da cittadini stranieri, della creazione di nuovi sodalizi o del rinsaldarsi di legami preesistenti tra il crimine organizzato italiano e quello internazionale». Ma a sorprendere, guardando ai dati aggiornati a dicembre 2023, è il ruolo assunto dalle donne, sia all'interno delle singole compagini criminali sia nella commissione di “gravi” reati che hanno indotto il Giirl, nel 2021. a inserire per la prima volta dieci donne nell'elenco dei latitanti pericolosi.
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Corriere Adriatico