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Quando l'amore supera il Covid. Con il marito ricoverato da 15 giorni col respiratore nell'ospedale di Arezzo, Patrizia è andata a trovarlo ma lui, Sergio, non riusciva a riconoscerla coperta dalla tuta e con la mascherina che le lasciavano visibili soltanto gli occhi. Allora ha avuto un'idea: portare con sé una foto e un biglietto, «dentro la tuta ci sono io». In questo modo Sergio ha capito di aver avuto avanti sua moglie.
La vicenda è stata raccontata oggi dalla Asl Toscana sud est. «La prima cosa che ha fatto - racconta Patrizia - è stata di accarezzare la foto.
Invece Sergio, istruttore di scuola guida, invece il 15 febbraio è entrato in ospedale: solo ieri è stato spostato nelle cure intermedie. La moglie, guarita, ha avuto la possibilità di andarlo a trovare: «Quando l'ho visto sul letto - spiega - ho avuto la conferma di quanto fragili e deboli si sia durante la malattia. Soprattutto se si tagliano tutti i fili con la famiglia e gli amici. Se poi il contatto visivo avviene attraverso camici, visiera, doppia mascherina si rischia addirittura di non riconoscersi anche dopo 30 anni di matrimonio». Così è stato con Sergio. La donna ha poi avuto l'idea di confezionarsi una sorta di 'tesserinò. «Medici e infermieri sono angeli - spiega ancora -. Ma agli occhi di chi è disteso su un letto, con il viso coperto dalla maschera del respiratore sono come tanti soldatini anonimi. Non sono riconoscibili. anche gli operatori potrebbero avere grandi foto sulle tute di protezione».
Corriere Adriatico