Covid a Perugia, l'epidemiologo: «È come a Codogno un anno fa. Serve blocco totale»

Covid a Perugia, l'epidemiologo: «È come a Codogno un anno fa. Serve blocco totale»
L'epidemiologo Fabrizio Stracci, professore associato di Igiene generale e applicata dell'Università degli studi di Perugia, torna ad evocare il blocco totale per...

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L'epidemiologo Fabrizio Stracci, professore associato di Igiene generale e applicata dell'Università degli studi di Perugia, torna ad evocare il blocco totale per l'Umbria: «Vedo una situazione pericolosa, perché ogni giorno aumenta il carico sui servizi sanitari e ritrovarci oggi come Codogno un anno fa non è bello», avverte in un'intervista al Messaggero.

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«Mi chiamano mister lockdown, ma non è che abbia questa passione. Penso però sia più produttivo introdurre un periodo di blocco centrato per poi ritrovarsi più liberi dal virus e dalle sue conseguenze, che vivere limitazioni frammentate: l'obiettivo dev'essere eliminare il virus dai territori», chiarisce. «Ci hanno detto che a gennaio in Umbria sarebbero arrivati fiumi di dosi tutte insieme, una cosa irrealistica. Oggi, invece, abbiamo a che fare con vaccini dall'efficacia diversa, varianti di virus», rimarca Stracci.

 

L'effetto varianti, racconta, si è iniziato a comprendere «quando sono comparsi vari cluster nelle Rsa e negli ospedali. Dopo le festività ci aspettavamo una risalita dei contagi ma dai Comuni ci dicevano che si trattava di cluster familiari e questo era plausibile, potendo le persone incontrarsi, anche se questo non giustificava i focolai sanitari. Poi, ci ha insospettito l'elevata incidenza sui giovani i cui contagi, a scuole semi-chiuse o chiuse, schizzavano più rispetto agli adulti. Fossero state infezioni familiari avrebbero colpito allo stesso modo, invece queste caratteristiche si sono rivelate quelle di un virus che si diffonde di più».

 

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Corriere Adriatico