Non si tornerà alla normalità il 4 aprile, ormai è chiaro a tutti. Le scuole non riapriranno prima di Pasqua (se basta) serviranno altre settimane di...
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La gente che soffre
«Sappiamo che tanta gente sta soffrendo ma lo Stato c’è», ha detto il premier annunciando di aver firmato un decreto «che dispone 4,3 miliardi a valere sul fondo di solidarietà dei Comuni». In pratica lo Stato anticipa gran parte dei trasferimenti erogati annualmente agli enti locali, che in questa fase dell’emergenza - con riscossioni rinviate e servizi sospesi - soffrono una crisi di liquidità. Ci sarà poi un bonus per i più poveri, «che i Comuni potranno consegnare ai bisognosi anche con l’aiuto delle associazioni di volontariato». Per questo saranno coinvolti in particolare i sindaci «che sono le nostre sentinelle sul territorio». «Con ordinanza delle Protezione civile aggiungiamo al fondo di solidarietà per i Comuni altri 400 milioni, un ulteriore anticipo che destiniamo ai comuni col vincolo di destinarlo alle persone che non hanno i soldi per non fare la spesa. Da qui nasceranno buoni spesa ed erogazioni di generi alimentari». «Siamo pronti a fare la nostra parte», ha risposto all’appello il presidente di Anci Marche, Maurizio Mangialardi.
«Dobbiamo costruire una catena della solidarietà, nessuno sarà lasciato solo», ha detto il premier, preoccupato per le tensioni in alcune aree del Paese, lanciando anche un appello alla grande distribuzione per praticare sconti del 5-10% sui prodotti di prima necessità. L’obiettivo è «assicurare liquidità a famiglie, imprese e lavoratori», e dunque il Governo cercherà anche di erogare quanto prima la cassa integrazione per i lavoratori delle imprese di settori non strategici a cui l’ultimo decreto sull’emergenza Coronavirus ha imposto lo stop. «La ministra Catalfo e l’Inps stanno lavorando senza sosta - ha detto il presidente del Consiglio - vogliamo mettere tutti i beneficiari della Cassa integrazione di accedervi subito, entro il 15 aprile e se possibile anche prima. E stiamo rivedendo le misure di protezione sociale ampliando le fasce da coprire». Giuseppe Conte non ha chiuso la porta neanche alla proposta del M5S sul reddito d’emergenza per chi è costretto a stare a casa. «Sicuramente sono allo studio un ventaglio di proposte - ha risposto a una domanda -. Siamo di fronte a un’emergenza sanitaria che si è tramutata un attimo dopo in emergenza economica».
La proroga dei divieti
Nessuno sarà lasciato solo, in questa serrata, ma quanto durerà? Per tutta la giornata erano circolate indiscrezioni sulla possibile proroga, a cui starebbe lavorando il Governo, di altre due settimane dopo il 3 aprile della chiusura totale e dei divieti di spostamento, con alcune deroghe per le aziende. Conte non si è sbilanciato: «Oggi segnaliamo il numero più alto di guariti - ha detto nel suo annuncio di ieri sera - ci confronteremo a inizio settimana con gli esperti e confidiamo che ci portino ottime notizie. Noi ci manteniamo sempre vigili per adeguare le nostre valutazioni sulla base delle loro raccomandazioni».
Ma di sicuro non si tornerà presto a scuola. «Lo ha detto il ministro Azzolina e confermo anche io che la sospensione delle attività didattiche proseguirà ragionevolmente: non c’è una prospettiva di tornare dopo il 3 aprile alle attività didattiche ordinarie. Quanto alla sospensione delle attività produttive non essenziali non sappiamo ancora, è ancora troppo presto. Dall’inizio della settimana inizieremo a lavorarci». Leggi l'articolo completo su
Corriere Adriatico