Cuoco di Masterchef: «Mia madre ricoverata per un braccio rotto e stroncata dal Coronavirus»

Cuoco di Masterchef: «Mia madre ricoverata per un braccio rotto e stroncata dal Coronavirus»
«Mia madre è entrata alll'ospedale di Pescara con un braccio rotto ed è uscita dentro una bara». La donna è morta infatti per il Coronavirus....

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«Mia madre è entrata alll'ospedale di Pescara con un braccio rotto ed è uscita dentro una bara». La donna è morta infatti per il Coronavirus. La denuncia è di Fabrizio Ferri, cuoco 56enne pescarese noto per la sua partecipazione alla settima edizione di Masterchef.


Che qualcosa in termini di prevenzione e contenimento del contagio non avesse funzionato lo si era capito quando a seguito delle prime positività accertate all’ospedale di Pescara tra l’8 e il 9 marzo (un paziente di Medicina, un medico e un’operatrice di laboratorio), un’ondata anomala di casi aveva investito alcuni reparti, la quale, sommata al numero di pazienti che continuava ad affluire dall’intera provincia, aveva portato l’ospedale alla capienza massima, tanto da avanzare il 19 marzo richiesta alla Regione di sospendere temporaneamente i ricoveri per coronavirus. Sebbene i protocolli siano stati attivati, sia stata ricostruita la catena di contatti dei positivi, effettuati i tamponi, creato percorsi separati, riorganizzato l’Ospedale in chiave Covid, evidentemente il virus già circolava da giorni al suo interno, e la mobilità di pazienti e personale tra i reparti ne ha favorito la diffusione.

Diventa arduo stabilire in tal modo come il focolaio abbia avuto origine, ma va da sé che operatori e degenti siano diventati vettori involontari, anche a causa di dpi carenti o inadeguati e risultati dei tamponi non sempre tempestivi. Fabrizio è convinto che sia stata sottovalutato la situazione. Sua madre, 81 anni, l’11 marzo viene ricoverata in Ortopedia per una frattura e operata il 16, quando la segnalazione di alcuni casi nel reparto costringono Fabrizio e la sorella che l’hanno assistita alla quarantena. «Mia sorella è risultata positiva, io suppongo di no perché non ho avuto sintomi, anche se la sorveglianza mi ha contattato solo in due occasioni e nessuno mi ha fatto il tampone».


L’anziana riceve l’esito positivo il 20. Da quel momento è pressoché impossibile avere aggiornamenti sul suo stato di salute, le risposte sono vaghe: «Ci dicono che è stata trasferita in geriatria e sta bene, fin quando il 2 aprile ci comunicano il decesso». La testimonianza di Fabrizio si intreccia con quella di Damaso Dell’Elce. «Con Fabrizio ci siamo incontrati il 16 marzo in Ortopedia, mia madre, 93 anni arzilla e in buona salute, era in ospedale per la frattura del femore. L’ho vista per l’ultima volta il 17 poco prima dell’intervento, poi non ci hanno fatto più entrare perché il reparto è stato dichiarato compromesso». Il 19 compare la febbre, poi si aggrava progressivamente, solo il 3 aprile viene trasferita in Pneumologia e le viene somministrato l’ossigeno, il 5 muore. Leggi l'articolo completo su
Corriere Adriatico