ROMA - Una splendida notizia dall'Ospedale Bambino Gesù di Roma, una delle strutture in prima linea contro il coronavirus in queste settimane, con...
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L'intervento è perfettamente riuscito: il piccolo, positivo al coronavirus come entrambi i genitori, è stato prima sottoposto al trattamento con plasma ottenuto da un soggetto guarito dall'infezione. Poi il trapianto con le cellule staminali emopoietiche prelevate dal papà, anch'egli nel frattempo guarito. Il bambino ora sta bene.
LOCATELLI: MERITO DEI CENTRI DI ECCELLENZA Il caso «è la dimostrazione di come la collaborazione tra centri di eccellenza presenti nella regione Lazio, improntata allo scrupoloso rispetto delle corrette procedure cliniche e scientifiche, consenta di ottenere le risposte più efficaci per i pazienti anche in tempi di pandemia», la riflessione di Franco Locatelli, direttore del Dipartimento di oncoematologia e terapia cellulare e genica del Bambino Gesù e professore di Pediatria alla Sapienza Università di Roma.
Al bambino sono state infuse le cellule staminali emopoietiche del papà, scelto come donatore, appositamente manipolate per eliminare i linfociti T alfa/beta+, cellule pericolose per l'organismo del ricevente. Si tratta della tecnica messa a punto proprio dall'équipe di Locatelli e sviluppata nell'ospedale pediatrico della Santa Sede con la più ampia casistica al mondo: circa 700 i trapianti da genitore fino ad oggi su bimbi con leucemie e tumori del sangue. «Voglio ringraziare personalmente i colleghi dell'ospedale Spallanzani, in particolare Giuseppe Ippolito, e i colleghi dell'ospedale San Camillo, con cui abbiamo il piacere di condividere questo risultato positivo», conclude Locatelli. Leggi l'articolo completo su
Corriere Adriatico