Coronavirus, Salvini fa marcia indietro: «Mettete le mascherine nei posti dove serve»

Coronavirus, Salvini fa marcia indietro: «Mettete le mascherine nei posti dove serve»
«Usate la testa, rispettate le distanze di sicurezza e fate attenzione, ma vivendo. Mettete le mascherine nei posti dove serve». Nuovo appello del leader della Lega...

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«Usate la testa, rispettate le distanze di sicurezza e fate attenzione, ma vivendo. Mettete le mascherine nei posti dove serve». Nuovo appello del leader della Lega Matteo Salvini ai giovani, sull'utilizzo delle mascherine per la sicurezza contro il coronavirus, durante l'intervista a Sky Tg24.


Un accordo con il M5S per l’elezione del prossimo Presidente della Repubblica? «Se ci sono nomi di garanzia, assolutamente sì. L'importante è che non ci sia qualcuno, e penso al Pd, disposto a bivaccare in Parlamento per un anno e mezzo, in attesa di poter incidere sull'elezione del Presidente della Repubblica. Mi auguro che nessuno nella casa del Pd dica stiamo qui a non fare nulla in attesa del 2022, anche perché i numeri in Parlamento dicono che il Presidente della Repubblica potrebbe tranquillamente eleggerlo una maggioranza diversa da quella Pd-M5S».  Alla domanda se abbia in mente un nome, Salvini ha risposto «più d'uno. Ma al di là dell'elezione nel 2022, la mia preoccupazione adesso è lo sblocco dei licenziamenti e i soldi alle imprese, perché partite Iva e artigiani stanno morendo».

IL VOTO
«Spero che gli italiani possano tornare a esprimersi il prima possibile per scegliere un Parlamento e quindi un Governo più omogenei, compatti, concreti ed efficienti». «Noi – ha proseguito parlando dell’esperienza del precedente Governo - eravamo in un Governo che alla fine bloccava tutto e tutti, l’unica cosa su cui i 5 Stelle erano d’accordo erano i no, quindi sono convinto che gli italiani meritino di più e di meglio. Stiamo studiando per farci trovare pronti: può essere fra un mese, può essere fra sei mesi, prima o poi le elezioni arrivano».

IL PROCESSO
«Vado a testa alta in tribunale a Catania il tre ottobre, mancano due mesi a un processo surreale. Andare a processo per sequestro di persona mi sembra un processo politico, un tribunale politico, un plotone politico che nulla ha a che fare con diritto»

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Corriere Adriatico