Alla quarta settimana di quarantena, e a quasi tre settimane dal decreto del premier Giuseppe Conte che ha chiuso la maggior parte delle attività in Italia per fermare la...
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Indicativamente è il weekend di Pasqua il termine entro il quale quasi sicuramente non cambierà nulla per quanto riguarda la nostra reclusione in casa. Dopo quella data, a seconda di quali saranno i numeri dei contagi e il trend dei positivi, si potrà iniziare a pensare ad una ripresa, all’insegna della gradualità. Da giorni, scrive il Sole 24 Ore, politici e scienziati ne stanno discutendo, con il Comitato tecnico scientifico che ha messo sul tavolo alcune ipotesi.
Innanzitutto scuole e università: essendo luoghi di eccellenza per la diffusione del contagio, la loro chiusura sarà sicuramente prorogata, con la possibilità che per la riapertura si debba aspettare il prossimo settembre. Per questo sono allo studio ormai da giorni eventuali mosse per quanto riguarda gli esami di maturità, che potrebbero subìre delle modifiche per adeguarsi alla situazione.
Per quanto riguarda invece le aziende, i negozi, i bar e i ristoranti, non potranno riaprire da un giorno all’altro ma si dovrà dare la precedenza a quelle situazioni in cui si può garantire il distanziamento minimo, con il ricorso ovviamente anche a mascherine e dispositivi di sicurezza per i lavoratori. Per qualche mese dimentichiamoci anche concerti, discoteche ed eventi, sempre per evitare gli assembramenti e il pericolo di contagio.
Un’ipotesi che si basa sul ‘modello israeliano’ riguarda la quarantena interrotta per fasce di età: quindi prima potrebbero esserne esentati i più giovani, poi le fasce più a rischio come gli anziani. D’altronde secondo l’ultimo report dell’Iss nella fascia tra 30 e 60 anni la mortalità è bassa (oscilla tra lo 0,2% nella fascia 30-39 e il 3,6% tra i 50 e i 59 anni), il che potrebbe consentire una parziale “uscita dalla quarantena” a seconda della propria età. Staremo a vedere. Leggi l'articolo completo su
Corriere Adriatico