Per la Croazia è il giorno più nero dall'inizio della pandemia da Covid19. Ben 116 nuovi casi sono stati registrati nelle ultime 24 ore. A riferirlo il ministro...
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Considerata la crescita dei casi, il ministro ha annunciato per i prossimi giorni nuove misure di prevenzione. L'obiettivo è contenere e ridurre gli assembramenti nei luoghi pubblici e riconsiderare le modalità di ingresso dagli Stati vicini, tutti costretti a fare i conti con una forte impennata. Nessun pugno di ferro, comunque: «Non pensiamo a divieti, ma a misure igieniche più restrittive», ha spiegato Beros.
Tra i destinatari dei provvedimenti ci saranno anche gli organizzatori di eventi pubblici, ai quali si chiede di igienizzare i luoghi dei raduni e avere liste dei presenti, affinché si possano più facilmente individuare eventuali contagiati.
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Occhi puntati pure sul personale di negozi, centri commerciali e strutture turistiche, oltre a bar e ristoranti. A loro, tra gli altri, si chiede l'obbligo di mascherina. Attualmente non si registrano turisti stranieri che abbiano contratto il virus in Croazia, ma solo tre casi, già positivi al momento del loro arrivo sulla costa dalmata.
I turisti positivi dovranno trascorrere la quarantena in Croazia, in strutture allestite da albergatori e titolari di centri recettivi. Soltanto nel caso in cui sia possibile organizzare il rimpatrio, previo consenso del Paese d'orgine, si potrà invece, rientrare.
A conferma di una situazione delicata in tutti Balcani, ci sono i dati della Bosnia Erzegovina che nelle ultime 24 ore recitano: 310 nuovi casi, record da inizio pandemia.
Su 6.403 contagi, al momento i positivi risultano 3.151, mentre i deceduti 215. Proprio per simili cifre, la Bosnia-Erzegovina rientra tra i tredici paesi per i cui abitanti è interdetto l'ingresso in Italia.
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Corriere Adriatico