Quando la disinformazione, specialmente in ambito medico e sanitario, può diventare pericolosissima: un gatto è morto dopo aver riportato un'intossicazione...
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È accaduto a Crema (Cremona), dove un gatto, finito intossicato, è stato portato dai padroni in una clinica veterinaria, ma non è stato possibile salvarlo. Non si tratterebbe nemmeno di un caso isolato, anche se altri animali, che erano rimasti intossicati, sono stati salvati dai veterinari. Non mancano le accuse all'indirizzo di Enrico Zibellini, un veterinario che, in collegamento con Barbara D'Urso a Pomeriggio Cinque, aveva consigliato di utilizzare la candeggina per disinfettare le zampe di cani e gatti. La candeggina, tuttavia, possiede agenti chimici capaci non solo di causare ustioni alle zampe degli animali, ma può anche essere ingerita causando intossicazioni letali.
Il primo a condannare quanto affermato dal veterinario ospite di Pomeriggio Cinque era stato l'ex direttore del Bioparco di Roma, Federico Coccìa. Anche altri colleghi, tra cui Laura Gatti, titolare di uno studio veterinario a Vaiano (Prato), hanno condannato quel caso di grave e pericolosa disinformazione. «La pelle degli animali è diversa da quella dell'uomo, è molto più sensibile. Per una corretta disinfezione degli arti è consigliabile usare acqua (tiepida o calda) e sapone o bicarbonato, o in alternativa usare delle apposite salviette per animali a base di clorexidina», suggeriscono i veterinari.
Ad ogni modo, i veterinari lanciano un monito a tutti i padroni di animali domestici: «Gli ultimi studi dimostrano un'incidenza maggiore del virus nei gatti rispetto ai cani, ma gli animali non sono un veicolo di contagio. Finora è stato accertato che l'uomo affetto da coronavirus può contagiare gli animali, ma non il contrario».
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Corriere Adriatico