Da Conte un secco no a Draghi. L'ex premier ai suoi: «Non accetterò mai di fare il ministro»

Da Conte un secco no a Draghi. L'ex premier ai suoi: «Non accetterò mai di fare il ministro»
Dopo che ieri sera Sergio Mattarella ha convocato per questa mattina Mario Draghi per assegnargli l'incarico (accettato con riserva), si sono succedute le...

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Dopo che ieri sera Sergio Mattarella ha convocato per questa mattina Mario Draghi per assegnargli l'incarico (accettato con riserva), si sono succedute le voci sul destino del premier uscente Giuseppe Conte, che secondo qualcuno poteva essere il nome giusto per un ministero nel nuovo Governo. Ma stando a quanto appreso dall'agenzia Adnkronos da autorevoli fonti del Movimento 5 Stelle, le cose non andranno così e Conte potrebbe non accettare l'idea di passare da premier a ministro.

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Conte, scrive l'Adnkronos, ha rassicurato diversi esponenti del M5S nei colloqui intercorsi in queste ore: l'ex premier avrebbe detto chiaramente che non ha intenzione di accettare alcun ministero, ove mai gliene fosse offerto uno dal presidente del Consiglio incaricato Mario Draghi. In queste ore è in corso un incontro tra Draghi e lo stesso Conte, e alla fine dello stesso si saprà sicuramente di più, così come nei prossimi giorni potrebbero emergere i primi nomi sulla squadra di ministri che l'ex presidente della Bce metterà insieme. «Cosa dirò a Draghi? Lo saprà lui in anteprima», ha detto a SkyTg24 lo stesso Conte prima di incontrare il premier incaricato a Palazzo Chigi.

 

Il M5S si spacca su Draghi: Crimi dice no, ma è caos

 

Su Mario Draghi i gruppi M5S rischiano di andare in frantumi. «È il momento di pensare al Paese, la linea di Crimi non è condivisa. Non escludiamo la spaccatura», dicono all'Adnkronos fonti parlamentari di primo piano che non hanno apprezzato la scelta del capo politico pentastellato di chiudere a un eventuale governo presieduto dall'ex numero uno della Bce. «Oggi ci sarà una resa dei conti in assemblea», promettono le stesse fonti. Tanti i 'no' a Draghi già arrivati, anche da esponenti di spicco come lo stesso Crimi, Riccardo Fraccaro, Paola Taverna e l'ex deputato Alessandro Di Battista, che per primo ha messo nero su bianco il suo stop all'ipotesi Draghi.

 

Tra i big l'unico sibillino è il viceministro uscente Stefano Buffagni, che tuttavia dovrebbe allinearsi alla volontà della maggioranza pentastellata: «Mario Draghi ha un profilo inattaccabile, nulla da dire. Così come nessuno può dir nulla sulle competenze di Giuseppe Conte», ha spiegato all'Adnkronos. Per il deputato Giorgio Trizzino «sarebbe da irresponsabili» sottrarsi «all'appello alla responsabilità che è stato rivolto dal Capo dello Stato a tutte le forze politiche». Ma se Draghi otterrà l'incarico, scrive su Fb il medico siciliano, «il suo governo dovrà rappresentare le forze politiche che lo sosterranno ed essere composto da 'ministri politicì e rappresentativi in linea di continuità con la precedente esperienza». 

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Corriere Adriatico