Volete conservare la frutta fresca più a lungo? Ecco la soluzione

Volete conservare la frutta fresca più a lungo? Ecco la soluzione
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ROMA - Volete conservare la frutta fresca più a lungo? Ecco la soluzione: basta immergerla nella seta liquida: sulla buccia si deposita così una sottolissima pellicola trasparente, inodore e biocompatibile, che permette di conservare i frutti deperibili come le fragole per più di sette giorni fuori dal frigorifero. Lo ha scoperto l'italiano Fiorenzo Omenetto, docente di ingegneria biomedica alla Tufts University di Medford, negli Stati Uniti, che col suo gruppo di ricerca studia da anni le proprietà della seta e le sue potenziali applicazioni nei biomateriali del futuro.


La seta è dotata di una struttura cristallina unica, che la rende uno dei materiali più resistenti in natura: è composta in gran parte da fibroina, una proteina insolubile, biocompatibile e biodegradabile, che ha la capacità di stabilizzare e proteggere gli altri materiali con cui entra a contatto. Omenetto e i suoi collaboratori hanno dunque pensato di usarla come scudo protettivo per la conservazione della frutta.

Nei loro esperimenti, pubblicati su Scientific Reports, hanno immerso delle fragole appena colte in una soluzione contenente fibroina: la deposizione della pellicola sulla buccia è stata ripetuta fino a quattro volte. I frutti sono stati quindi trattati con vapore d'acqua sotto vuoto per rinforzare il rivestimento di fibroina, spesso dai 27 ai 35 millesimi di millimetro. Una volta realizzato questo 'abitò di seta, le fragole sono state lasciate a temperatura ambiente insieme ad altri frutti non trattati.


A distanza di una settimana, le fragole ricoperte di seta erano ancora turgide e succose, mentre le altre erano disidratate e scolorite. Lo stesso esperimento è stato poi ripetuto con le banane, consentendo di rallentarne la maturazione. Le analisi dimostrano che il rivestimento di seta protegge la frutta rendendola meno permeabile all'ossigeno e all'anidride carbonica: i ricercatori garantiscono che non ha alterato la consistenza dei frutti, mentre l'effetto sul gusto è ancora da valutare. Leggi l'articolo completo su
Corriere Adriatico