TREVISO - «Era solo un semplice richiamo scritto, avrei potuto lasciar correre. Ma c'è un ma. Una questione di principio». E Nicola Atalmi, membro della...
OFFERTA SPECIALE
OFFERTA SPECIALE
OFFERTA SPECIALE
Tutto il sito - Mese
6,99€ 1 € al mese x 12 mesi
Poi solo 4,99€ invece di 6,99€/mese
oppure
1€ al mese per 3 mesi
Tutto il sito - Anno
79,99€ 9,99 € per 1 anno
Poi solo 49,99€ invece di 79,99€/anno
CONSEGUENZE
«Succede sempre più spesso e a tutti d essere nervosi, stanchi o stressati e di sfogarci quando siamo in fila alle poste, al telefono con l'assicurazione, in ristorante o quando ci chiamano al telefonino per venderci qualcosa. Adesso abbiamo anche uno strumento in più per le nostre vendette, la rete - evidenza Atalmi - mandiamo una mail di vibrata protesta contro quell'impiegato antipatico. Spesso non calcoliamo che i nostri sfoghi potrebbero avere anche delle conseguenze. Agli sportelli della Cgil arrivano sempre più spesso lavoratori che ricevono sanzioni disciplinari dai propri superiori per questi motivi e si creano precedenti pericolosi».
LA VICENDA
Come nel caso in questione. La storia ha i soliti contorni: per tagliare i costi la società riduce il personale alla biglietteria e dà la possibilità agli utenti di acquistare il biglietto per entrare in sala, oltre che online, anche al bancone del bar assieme a popcorn e bibite. «In questo caso - racconta Atalmi - il cliente arriva in ritardo e si spazientisce per l'attesa per avere appunto bibite, patatine e biglietti perché secondo lui l'addetto non lo avrebbe accolto in modo cortese, anzi secondo lui andava piano apposta per fargli perdere l'inizio del film. Una volta tornato a casa scrive una di queste infuocate lettere di protesta e il direttore subito sanziona il dipendente». Atalmi segue personalmente il caso. Accompagna il dipendente in audizione davanti al direttore e spiega che il provvedimento disciplinare per essere applicato, deve essere circostanziato e non basarsi solo sull'umore del cliente. Risultato: difesa inutile e lettera di richiamo. «A questo punto impugno la sanzione presso l'Ispettorato del Lavoro. L'Azienda non la prende bene di dover venire a discutere per una sanzione disciplinare, sono piuttosto seccati. Ma niente da fare: alla fine perdono. Sanzione annullata e condanna anche a pagare le spese legali. In questa società del rancore e del cattivismo qualche sorriso in più e qualche vendetta digitale in meno ci farebbe stare tutti meglio».
Paolo Calia Leggi l'articolo completo su
Corriere Adriatico