Troppo lento a distribuire i biglietti: dipendente del cinema sanzionato

Troppo lento a distribuire i biglietti: dipendente del cinema sanzionato (Foto di Sabine van Erp da Pixabay)
TREVISO - «Era solo un semplice richiamo scritto, avrei potuto lasciar correre. Ma c'è un ma. Una questione di principio». E Nicola Atalmi, membro della...

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TREVISO - «Era solo un semplice richiamo scritto, avrei potuto lasciar correre. Ma c'è un ma. Una questione di principio». E Nicola Atalmi, membro della segreteria provinciale della Cgil e segretario della Slc-Cgil, la categoria dei lavoratori della comunicazione, grafici, cartai, dello spettacolo e delle poste, non ha lasciato correre. Anzi, ha voluto portare fino in fondo il caso di un dipendente di un cinema accusato da un cliente di aver svolto troppo lentamente il suo lavoro al bancone del bar e dei biglietti. Una lentezza che ha obbligato l'utente a entrare in ritardo in sala e perdere così l'inizio del film. Nell'epoca dei leoni da tastiera, tanto è bastato per produrre una vibrata mail di proteste alla direzione. Che, come immediata reazione, ha sanzionato il dipendente. Qui è intervenuto il sindacato, che ha voluto dare un segnale portando la società fino all'Ispettorato sul Lavoro che ha esaminato il caso, tolto la sanzione e obbligato la società a pagare tutte le spese legali: «Se facciamo passare il precedente che per una recensione negativa su Tripadvisor, una mail di protesta, un post su Facebook un lavoratore può essere sanzionato, allora comincerebbe ad essere un bel problema», sottolinea Atalmi.


CONSEGUENZE
«Succede sempre più spesso e a tutti d essere nervosi, stanchi o stressati e di sfogarci quando siamo in fila alle poste, al telefono con l'assicurazione, in ristorante o quando ci chiamano al telefonino per venderci qualcosa. Adesso abbiamo anche uno strumento in più per le nostre vendette, la rete - evidenza Atalmi - mandiamo una mail di vibrata protesta contro quell'impiegato antipatico. Spesso non calcoliamo che i nostri sfoghi potrebbero avere anche delle conseguenze. Agli sportelli della Cgil arrivano sempre più spesso lavoratori che ricevono sanzioni disciplinari dai propri superiori per questi motivi e si creano precedenti pericolosi». 

LA VICENDA

Come nel caso in questione. La storia ha i soliti contorni: per tagliare i costi la società riduce il personale alla biglietteria e dà la possibilità agli utenti di acquistare il biglietto per entrare in sala, oltre che online, anche al bancone del bar assieme a popcorn e bibite. «In questo caso - racconta Atalmi - il cliente arriva in ritardo e si spazientisce per l'attesa per avere appunto bibite, patatine e biglietti perché secondo lui l'addetto non lo avrebbe accolto in modo cortese, anzi secondo lui andava piano apposta per fargli perdere l'inizio del film. Una volta tornato a casa scrive una di queste infuocate lettere di protesta e il direttore subito sanziona il dipendente». Atalmi segue personalmente il caso. Accompagna il dipendente in audizione davanti al direttore e spiega che il provvedimento disciplinare per essere applicato, deve essere circostanziato e non basarsi solo sull'umore del cliente. Risultato: difesa inutile e lettera di richiamo. «A questo punto impugno la sanzione presso l'Ispettorato del Lavoro. L'Azienda non la prende bene di dover venire a discutere per una sanzione disciplinare, sono piuttosto seccati. Ma niente da fare: alla fine perdono. Sanzione annullata e condanna anche a pagare le spese legali. In questa società del rancore e del cattivismo qualche sorriso in più e qualche vendetta digitale in meno ci farebbe stare tutti meglio».
Paolo Calia Leggi l'articolo completo su
Corriere Adriatico