Studente ubriaco ingoia un topo vivo mentre gli altri ridono: la crudele sfida nel video sui social

Tre liceali a processo per crudeltà sugli animali, anche chi ha condiviso il video

Studente ubriaco mastica e ingoia un topo vivo mentre gli altri ridono: la crudele sfida nel video sui social
Una serata di fine estate in spiaggia, parecchi drink di troppo e un gioco crudele che è costato la vita a un animale indifeso e un processo per crudeltà a tre...

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Una serata di fine estate in spiaggia, parecchi drink di troppo e un gioco crudele che è costato la vita a un animale indifeso e un processo per crudeltà a tre studenti di liceo. Il gruppo di amici si è reso protagonista di un gesto orribile. Uno dei giovani, evidentemente ubriaco (successivamente è stato registrato un tasso alcolemico pari a 1,75 g) ha accettato la sfida lanciata dagli altri: mettere in bocca un topolino, masticarlo fino a ucciderlo, infine ingoiarlo. Il tutto immortalato in un video (con tanto di risate di sottofondo) da pubblicare sui social. Le immagini hanno suscitato scalpore, soprattutto tra le associazioni animaliste.

 

Il processo

I fatti risalgono a settembre 2023, protagonisti tre studenti di ginnasio di Marsiglia ora a processo. Uno di loro, quello che ha masticato il topo, è indagato per atti di crudeltà che hanno comportato la morte di un animale, reato punibile con un massimo di 5 anni di reclusione e 75.000 euro di multa. Il secondo studente è indagato per aver filmato la scena e il terzo per averla trasmessa sui social network. I giovani coinvolti sono stati inizialmente sottoposti a una procedura preliminare di ammissione di colpevolezza, nota come CRPC, nel marzo seguente, che ha proposto delle pene piuttosto contenute. Due dei giovani avevano accettato la sentenza proposta, ma il terzo, colui che aveva diffuso le immagini, si era rifiutato, spingendo così il giudice a richiedere un processo penale pubblico, data la gravità dei fatti e le diverse posizioni dei coinvolti.

La sentenza

Le proposte di sentenza iniziali, con multe rispettivamente di 1.000 euro per il giovane che ha commesso l'atto e 500 euro per chi ha filmato, sono state considerate insufficienti dalle associazioni animaliste. Una decina di queste associazioni si sono costituite parte civile, esprimendo forte indignazione per le pene suggerite, ritenute non proporzionate alla gravità degli atti. Le reazioni delle associazioni alla decisione del giudice di procedere a un'udienza penale sono state in parte positive. Me Xavier Bacquet, avvocato dell'associazione "30 milioni di amici", ha descritto la decisione come un esempio di «buon senso», enfatizzando la necessità di combattere la banalizzazione della sofferenza animale. D'altra parte, gli avvocati degli imputati hanno espresso preoccupazione per le conseguenze di un processo pubblico, citando i rischi di un'ulteriore esposizione mediatica per i loro clienti.

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Corriere Adriatico