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Non ci sono più dati provenienti da Chernobyl. L' Aiea ha «perso il contatto remoto di trasmissione dati con i sistemi di salvaguardia della centrale», scrive l'Agenzia internazionale per l'energia atomica in una nota.
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La centrale sotto il controllo russo
Il direttore generale Rafael Mariano Grossi lancia poi un appello a Mosca per chiedere che sia rispettata la rotazione dei 210 tecnici che lavorano alla centrale, «al lavoro senza interruzione» dal 24 febbraio scorso, quando le truppe russe hanno assunto il controllo dell'impianto, mettendo in guardia dal rischio che può comportare il mancato avvicendamento del personale tecnico. Le truppe russe hanno preso l'impianto di Chernobyl al primo giorno dell'invasione dell'Ucraina e da allora il personale non può lasciare la centrale.
Cosa potrebbe succedere
Si tratta di un accadimento che potrebbe avere conseguenze non indifferenti. In primis perché non si è più in grado di monitorare ciò che realmente accade nella centrale. E in caso di incidente nucleare ciò rallenterebbe eventuali procedure per arginare i danni. Un po' come successe dopo l'incidente del 1986, quando i capi politici non informarono l'Europa della catastrofe e l'allarme fu fatto scattare dalla Svezia il giorno successivo.
La presa di Zaporizhzhia
La Guardia nazionale ha annunciato la scorsa notte di aver preso il totale controllo della centrale nucleare di Zaporizhzhia, già conquistata alcuni giorni fa. Secondo quanto riferito da fonti russe, le 240 persone responsabili della sicurezza dell'impianto avrebbero deposto le armi. Notizie che troverebbero conferma anche nelle parole del ministro dell'Energia ucraino, Herman Halushchenko, che ha denunciato episodi di tortura nei confronti del personale da parte delle forze armate russe. «Secondo le informazioni in nostro possesso - ha scritto su Facebook -, gli occupanti hanno costretto la dirigenza a registrare un messaggio per utilizzarlo a fini propagandistici. Il personale è fisicamente e psicologicamente esausto».
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Corriere Adriatico