I medici le sospendono gli psicofarmaci per allattare: si uccide con la figlia neonata

Charlotte Bevan
I medici le dicono di sospendere gli psicofarmaci per poter allattare ma la malattia prende il sopravvento e Charlotte Bevan si uccide con in braccio la sua bimba di soli 4...

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I medici le dicono di sospendere gli psicofarmaci per poter allattare ma la malattia prende il sopravvento e Charlotte Bevan si uccide con in braccio la sua bimba di soli 4 giorni.






La giovane donna di 30 anni soffriva da tempo di disturbo bipolare e schizofrenia, patologie che riusciva a tenere sotto controllo grazie all'assunzione regolare e controllata degli psicofarmaci.



Felicissima per la nascita della figlia avrebbe gestito la sua nuova vita da mamma come tutte, proprio grazie ai farmaci. Un consiglio decisamente sbagliato quello dei medici che le hanno detto di sospendere la cura sia per la malattia per la donna che per la bambina. Le madri che soffrono di tali patologie assumono in farmaci in gravidanza e in allattamento e però il bambino necessita una disintossicazione da quelle medicine che comunque deve avvenire in modo graduale e non drastico, come riporta anche il Daily Mail.



In preda alla sua malattia Charlotte, una volta a casa, è uscita con la sua piccola in mano e si è lanciata da una scogliera uccidendosi con la bambina. Ora la famiglia sta portando avanti una battaglia legale per riconoscere la responsabilità dei medici che hanno prescritto la sospensione della cura farmacologica. Leggi l'articolo completo su
Corriere Adriatico