SALERNO - Ha confermato tutte le accuse ripercorrendo il suo calvario dai primi palpeggiamenti, consumatisi intorno all’ottobre 2015 quando, con un suo compagno di...
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Il 17enne ha raccontato di essere stato adescato da Alfieri quando si trovava in compagnia di un amico. I due avrebbero dovuto sottoporsi ad una seduta di massaggio semplicemente come modelli per sponsorizzare le attività del centro. Già nel corso del primo appuntamento, tenutosi nell’ottobre 2015, però, le cose sarebbero andate diversamente e il massaggio avrebbe acquisito una connotazione strettamente erotica. I due ragazzi sarebbero stati spinti sul lettino e costretti ad un massaggio particolare con palpeggiamenti alle parti intime. La stessa cosa si sarebbe ripetuta nell’incontro successivo del dicembre 2015. La situazione, però, precipitò e a restare nelle grinfie di Alfieri fu solo il 17enne che cominciò a subire vere e proprie minacce. Se non si fosse piegato alle voglie dell’uomo, i filmati degli incontri precedenti sarebbero finiti in rete e il 17enne sarebbe stato additato come omosessuale da tutti i suoi amici. Si giunse così all’aprile dell’anno successivo quando il 17enne fu sottoposto ad un selvaggio stupro di gruppo. Nel racconto, reso ieri nel corso dell’incidente probatorio, il ragazzino ha fornito ancora una volta, tutti i particolari di quella violenza considerata dagli inquirenti, un vero e proprio “rito iniziatico” per introdurre il minore nell’universo omosessuale. Il 17enne ha raccontato della sala buia, dei cartelli con la scritta «Benvenuto tra noi», delle maschere e delle parrucche con cui gli stupratori erano travisati. Leggi l'articolo completo su
Corriere Adriatico