Medico "furbetto" del cartellino Cassazione conferma licenziamento

Medico "furbetto" del cartellino Cassazione conferma licenziamento
ROMA – Il medico non si era rassegnato al licenziamento, malgrado fosse stato pizzicato a farsi timbrare il cartellino da altri. Ma la Cassazione ha confermato il...

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ROMA – Il medico non si era rassegnato al licenziamento, malgrado fosse stato pizzicato a farsi timbrare il cartellino da altri. Ma la Cassazione ha confermato il licenziamento di un medico di una Asl della capitale che si era assentato dal lavoro più volte facendo «risultare la sua presenza mediante timbratura, in entrata e in uscita, del cartellino marcatempo». Senza successo il camice bianco ha provato a giustificare il suo comportamento sostenendo che doveva correre ad assistere i suoi genitori e che in quel periodo era così stressato che la sua capacità di intendere e di volere era in crisi per effetto di un grave esaurimento. Per la Suprema Corte, sono irrilevanti le ragioni giustificative avanzate dal medico dal momento che il dottore non aveva richiesto «le autorizzazioni per assentarsi dal servizio» e si era «allontanato dal luogo di lavoro dopo avere falsamente attestato la sua presenza attraverso la timbratura del cartellino marcatempo in entrata e in uscita». Respingendo il ricorso del medico contro il licenziamento stabilito dalla Corte di Appello di Roma nel 2013, in modo conforme al verdetto di primo grado, la Cassazione rileva inoltre che la intenzionalità o meno del comportamento truffaldino del dottore non ha alcuna importanza in quanto il licenziamento scatta lo stesso e prescinde dalla “intenzionalità” delle azioni da “furbetto”.
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Corriere Adriatico