«Se mi fai vedere il seno bevi gratis» bufera sul cartello sessista al bar

Il cartello appeso all'esterno
TREVISO - «Se fai vedere il seno, vinci uno shot se hai la prima...

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TREVISO - «Se fai vedere il seno, vinci uno shot se hai la prima misura, 2 se hai la seconda e così via. Se hai la quinta c'è anche l'applauso dei presenti. Se ti porti a casa il barista, hai shot gratis per una settimana. Se te la tiri, ricorda che le altre ce l'hanno come te e vai a fan..». E' la sintesi di un cartello apparso nel bar di via Collalto in centro a Treviso. Probabilmente voleva essere ironico. Ma per alcuni non è altro che sessista. Andrea Sales, psicologo e psicoterapeuta, capitato lì giovedì, l'ha fotografato e postato su Fb con una dura presa di posizione. La squalifica per la donna è disarmante, nelle parole di questo deficiente - scrive riferendosi al titolare del locale - la squalifica misurata addirittura per taglia di reggiseno o per disponibilità sessuale. E pensa pure di essere simpatico. Non si accorge minimamente che in queste sue parole c'è una forma di violenza così sottile da diventare uno stupro lento e continuato. La chiusura, poi, è disarmante. Sales, per scelta precisa, ha deciso di non rivelare il nome del bar. «L'obiettivo non è colpire un barista sottolinea ma evidenziare delle modalità inaccettabili». Tanto che nell'immediato ha deciso di non mangiare nemmeno i tramezzini che aveva già ordinato. Così come ha lasciato sul tavolo anche lo spritz. C'è stato solo un breve faccia a faccia con il barista. «Ho pagato e l'ho guardato negli occhi -rivela Sales- l'ho salutato augurandogli di non riuscire a diventare padre. Naturalmente non ha capito». In poche ore il post su Facebook ha raccolto centinaia di condivisioni e commenti. Molti sono in linea con il pensiero di Sales. Ma alla fine sono intervenuti anche alcuni amici del barista in questione. «Prima di pubblicare ogni singola minchiata sui social per fare un po' di like bisognerebbe fermarsi a riflettere e parlare con le persone è la replica di uno di questi il titolare è un mio caro amico. Persona, prima che barista, davvero bellissima: leale, gentile, educato, rispettoso degli altri, un gran lavoratore, estremamente disponibile e altruista. Delle volte forse troppo. E non sarà uno stupido cartello, il cui scopo era ovviamente goliardico, attaccato da un ex dipendente, a farmi cambiare idea». Alla fine sullo sfogo via social è intervenuto anche il barista: «Il cartello è appeso lì da 5 anni e non sarò io a rimuoverlo. E' esagerato che uno offenda così senza nemmeno essersi cofnrontato. Tutti si fanno una risata e nessuno si è mai lamentato. Tra l'altro dice falsità: ma mangiato tutto prima di andare via».

Mauro Favaro Leggi l'articolo completo su
Corriere Adriatico