Si stende sul divano dopo pranzo e non si sveglia più: imprenditore muore a 50 anni. Tanti contatti anche con le Marche

La tragedia a Monselice: l'uomo lascia la compagna e due figlie

Si stende sul divano dopo pranzo e non si sveglia più: l'imprenditore Carlo Fattore muore a 50 anni
  MONSELICE - La comunità piange la prematura scomparsa di Carlo Fattore, l'imprenditore 50enne morto improvvisamente domenica pomeriggio...

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MONSELICE - La comunità piange la prematura scomparsa di Carlo Fattore, l'imprenditore 50enne morto improvvisamente domenica pomeriggio a Monselice (Padova). Il fratello Alessandro: «Non doveva succedere. Era un marito e un padre esemplare. Carlo ed io vivevamo legatissimi, come gemelli».

Incredulità e sgomento sono le emozioni che pervadono amici e clienti di Carlo Fattore, che fin dalle immediatezze della disgrazia si sono stretti attorno alla compagna Giovanna e alle figlie Clara e Bianca. Una morte a cui si tenterà di dare spiegazioni, perché sarà probabilmente disposta l'autopsia sulla salma. Carlo aveva trascorso il pranzo domenicale con la sua famiglia e poi si era steso in divano per riposare dopo una lunga settimana di lavoro. Ma senza alcuna avvisaglia, il suo cuore ha cessato di battere. I medici intervenuti per soccorrerlo hanno tentato in tutti i modi di rianimarlo, ma non c'è stato nulla da fare.

L'uomo era non soffriva di patologie, non beveva mai e non fumava. Carlo Fattore era una persona molto conosciuta sia a Monselice che in tutta Italia: lavorava come rappresentante di arredi per ufficio e gestiva assieme al fratello un importante portafoglio clienti. In particolare, si occupava del mercato in Emilia-Romagna e nelle Marche, dove aveva contatti proficui. «Mio fratello era una persona stimata ovunque - racconta il fratello e collega Alessandro - Ho ricevuto telefonate di cordoglio persino dalla Sicilia. Facevamo lo stesso lavoro, condividendo tutti i nostri passi».

Tra Carlo e Alessandro c'era un'autentica simbiosi: Alessandro, il maggiore, aveva aperto la ditta coinvolgendo in seguito il fratello: «Carlo era venuto a lavorare con me dopo l'università. Essendo più grande di lui, anche se di poco, mi sono sempre sentito in dovere di aiutarlo e sostenerlo. L'ho fatto con amore, anche se era veramente bravo e indipendente nel suo lavoro». I Fattore si sono affermati come imprenditori grazie al duro lavoro e alla cura dei rapporti umani con i vari interlocutori. «Abbiamo sempre cercato di essere rispettosi e integerrimi - prosegue Alessandro - Tanti clienti sono diventati nel tempo amici con cui confidarsi reciprocamente».

 

 

 

Dopo lunghe giornate passate a girare per le ditte, i due fratelli si intrattenevano con lunghe telefonate in automobile: passavano parecchio tempo a parlare del lavoro e delle sue problematiche, ma anche a distendersi con aneddoti e battute. Perché Carlo era una persona che amava molto la vita: «Era impossibile non volergli bene, soprattutto per la sua innata generosità. Una cosa così non doveva succedere. Carlo era solo lavoro e famiglia». Il poco tempo libero, infatti, lo dedicava alla compagna e alle sue amatissime bambine, che accompagnava a scuola ogni mattina. Qualche domenica fa, era andato in montagna a sciare con Giovanna, Clara e Bianca, l'ultima uscita tutti insieme prima dell'improvviso addio. Le esequie di Carlo non sono ancora state fissate, ma la famiglia comunica che si terranno in duomo.

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Corriere Adriatico