Cantare alla pancia fa bene al bimbo, ma soprattutto lo farà piangere di meno quando sarà nato. Una nuova ricerca italiana, condotta su circa 170 donne incinte...
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Nello studio pubblicato su 'Women and Birth' (rivista dell'Australian College of Midwives), le 168 mamme arruolate alla 24esima settimana di gestazione sono state divise in 2 gruppi: uno composto da 83 'canterinè, l'altro da 85 'silenziosè. I bebè nati da mamme che hanno intonato ninne nanne sia durante la gravidanza che dopo il parto hanno avuto periodi molto più brevi di pianto, con un'incidenza di vagiti nel primo mese di vita pari al 18,5% contro il 28,2% dei piccoli non accompagnati nel pancione dal canto materno. L'effetto calmante si è avvertito anche sul fronte delle coliche che spesso disturbano i neonati.
I piccoli che avevano potuto godere delle coccole sonore di mamma tendevano a piangere per circa un quarto del tempo, e la riduzione di attacchi si è osservata anche nel secondo mese di vita. Un dato inferiore è stato registrato poi nei risvegli notturni (1,5% contro 4,5%).
Fra gli indicatori valutati, anche il legame mamma-bebè, prima e dopo la nascita. I ricercatori hanno utilizzato 2 misurazioni scientifiche, il 'Prenatal Attachment Inventory' (Pai) e la scala 'Mother-to-Infant Bonding Scalè (Mibs). E se non è stata rilevata un'influenza significativa sull'attaccamento prenatale, tuttavia è emerso un maggiore legame postnatale, nei primi 3 mesi di vita, dei piccoli cresciuti con le ninne nanne (con un punteggio di 1,96 contro 1,28 della scala). Più basso anche lo stress materno percepito (29,6% contro 36,5%). Cantando ninne nanne fin da quando il bebè è nel pancione, «le mamme potrebbero migliorare il legame» con i loro neonati, concludono gli autori del lavoro. L'abitudine canora «potrebbe avere anche effetti positivi sul comportamento neonatale e sullo stress materno». Leggi l'articolo completo su
Corriere Adriatico