Botte e forbiciate dal suo ex, lui esce dal carcere. La donna: "Lo Stato mi aiuti, ho paura"

Botte e forbiciate dal suo ex, lui esce dal carcere. La donna: "Lo Stato mi aiuti, ho paura"
"Ho paura". Colpi di padella in testa, pugni, forbiciate in tutto il corpo. Lidia Vivoli, 45 anni, nel 2012 fu massacrata dal suo compagno e se la cavò per...

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"Ho paura". Colpi di padella in testa, pugni, forbiciate in tutto il corpo. Lidia Vivoli, 45 anni, nel 2012 fu massacrata dal suo compagno e se la cavò per miracolo. Lui, Isidoro Ferrante, barman, finì in carcere condannato a 4 anni e sei mesi per tentativo di omicidio e sequestro di persona. Ma il prossimo luglio uscirà e la donna, che dall'aggressione vive nel terrore, è preoccupatissima e chiede l'aiuto delle istituzioni.


«Rischio di nuovo di finire nelle mani del mio aguzzino e non ho alcuna tutela dalle istituzioni e dallo Stato, da chi ci invoglia a denunciare e poi ci abbandona», dice Vivoli, che ha un nuovo compagno e due figli, in una intervista a Repubblica-Palermo. «Sei la mia vita o stai con me o con nessun altro. Ti porterò i fiori sulla tomba mi disse - racconta la donna - Anche se so che è in galera ho sempre paura. Ho paura che che mandi qualcuno. Il giorno della feroce aggressione eravamo a letto e temeva che lo lasciassi. Si alzò e andò in bagno. Prima di tornare andò in cucina. Tornò mi ruppe una padella di ghisa in testa e cominciò a prendermi a forbiciate, mi prese a pugni, mi sbattè la testa ovunque e mi colpì il basso ventre con le forbici. Ora sarà più incattivito di prima. Qualcuno deve aiutare le donne vittime di violenze. Ci istigano a denunciare. Ci devono aiutare, così come vengono aiutate le vittime di mafia, le vittime degli incidenti stradali».

«Anche quando era ai domiciliari - aggiunge - o aveva solo l'obbligo di firma prima della condanna definitiva mi ha perseguitato. Quando lui uscirà comincerà il mio ergastolo. Non so se riuscirò a uscire da casa, ho terrore. Bisogna istituire un fondo per le vittime di femminicidio, anche per proteggere i figli». Sulla pagina facebook di Isidoro Ferrante ci sono ancora le foto dell'uomo insieme alla sua vittima, segno, se ce ne fosse bisogno, che l'uomo che tentò di ucciderla non ha dimenticato la propria vittima.  Leggi l'articolo completo su
Corriere Adriatico