CARDITO - La tragica morte a Cardito del piccolo Giuseppe, 7 anni, e il ferimento della sorellina Noemi hanno sconvolto l'Italia nei mesi scorsi: per...
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Dall'ordinanza di arresto di mamma Valentina emergono infatti, tra le pieghe di quanto scrive il Gip Antonella Terzi, accuse all'istituto che non avrebbe mai segnalato alle autorità le violenze subite dai bimbi, che spesso arrivavano a scuola con escoriazioni e persino il volto tumefatto: sotto accusa anche le maestre che avrebbero saputo ma non denunciato. Dalla Procura non filtrano indiscrezioni su eventuali iscrizioni nel registro degli indagati del personale scolastico, circostanza che però non si esclude nelle prossime ore.
Come scrive il quotidiano Il Mattino, nell'istituto c'è stata nei giorni scorsi la visita degli ispettori del Miur, su diretto mandato del ministro Marco Bussetti: un'ispezione di carattere amministrativo, con gli ispettori che hanno acceso i riflettori su due aspetti sui quali la scuola è stata carente, secondo quanto accertato dalle indagini del pm Paola Izzo. Il primo riguarda la mancata segnalazione del caso dei due bimbi da parte del dirigente scolastico, Rosa Esca, ai servizi sociali e alle autorità: il secondo, la tardiva segnalazione delle maestre di Noemi alla stessa dirigente, avvenuta solo il 18 gennaio (la tragedia è avvenuta il 27).
I due bambini si erano presentati spesso a scuola con lividi sul volto ed ecchimosi: Noemi stessa un giorno era andata in classe con un pezzetto di orecchio mancante perché il patrigno lo aveva chiuso in una porta.
Ma ciò che sconvolge di più, scrive Il Mattino, è il racconto di Noemi dall'ospedale: «È stato papà Tony, gli ha dato la mazza della scopa dietro la schiena - diceva - ha picchiato Giuseppe tanto tanto, l'ha preso in braccio e poi l'ha tirato contro il muro. E quando era a terra gli ha sbattuto la testa contro il muro. Poi ha preso me, mi ha portato nel bagno, mi ha messo la testa sotto il rubinetto. A volte ci metteva con la testa nel cesso (testuale) e a Giuseppe che si sporcava le mutandine glie metteva in bocca». «Guardavo Giuseppe, gli usciva tanto sangue, e io pensavo che moriva. Non respirava più». Le parole del gip Antonella Terzi sono strazianti: «Poveri piccoli, martirizzati tra le mura domestiche e abbandonati alla loro sorte da chi ha dovuto, per ruolo istituzionale, vigilare su di loro». Leggi l'articolo completo su
Corriere Adriatico