Un'ombra si aggira sui primi giorni dell'epidemia coronavirus che ha colpito l'Italia. Un ritorno a casa "sospetto", proprio nei luoghi...
OFFERTA SPECIALE
OFFERTA SPECIALE
OFFERTA SPECIALE
Tutto il sito - Mese
6,99€ 1 € al mese x 12 mesi
Poi solo 4,99€ invece di 6,99€/mese
oppure
1€ al mese per 3 mesi
Tutto il sito - Anno
79,99€ 9,99 € per 1 anno
Poi solo 49,99€ invece di 79,99€/anno
LEGGI ANCHE:
Coronavirus, 22 morti e 174 casi positivi in più: 97 sono in Lombardia, otto regioni a contagio zero tra cui anche le Marche
Ma, secondo la denuncia dell'autista, molti imprenditori locali avrebbero trovato il modo di aggirare i blocchi, utilizzando altri scali per raggiungere gli aeroporti di Orio al Serio, Linate e Malpensa. Ma non solo, anche in Svizzera e in Francia negli scali di Lugano, Zurigo e Nizza.
Sul suo mezzo sarebbero saliti di ritorno da viaggi d'affari per rientrare a casa. «Mi chiedevo perché queste persone, che tornavano da Pechino, Shanghai, Wuhan, Shenzhen, non venissero messe in quarantena», chiede il conducente Ncc al giornalista Paolo Berizzi di Repubblica. «La stessa domanda se la sono fatta anche i miei colleghi», aggiunge.
Non sarebbe quindi l'unico ad aver effettuato queste corse e chissà in quanti sarebbero rientrati dal cuore della pandemia, la Cina, per far ritorno in quello che in pochi giorni si sarebbe trasformato nel focolaio italiano. Un elemento che si aggiunge alle attività commerciali della zona di Alzano e Nembro, mai realmente ferme nemmeno durante il lockdown.
Leggi l'articolo completo su
Corriere Adriatico