Banca Etruria, ad Arezzo blitz in corso della Guardia di Finanza

Banca Etruria, ad Arezzo blitz in corso della Guardia di Finanza
AREZZO - Militari del Nucleo di Polizia Tributaria della Guardia di Finanza di Arezzo e Firenze stanno eseguendo perquisizioni locali finalizzate alla ricerca e al sequestro della...

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AREZZO - Militari del Nucleo di Polizia Tributaria della Guardia di Finanza di Arezzo e Firenze stanno eseguendo perquisizioni locali finalizzate alla ricerca e al sequestro della documentazione riguardante il collocamento sul mercato finanziario delle obbligazioni subordinate, emesse dalla Banca Popolare dell'Etruria e del Lazio ora in liquidazione coatta amministrativa. Lo rende noto la procura di Arezzo precisando che dalle indagini è emersa la presenza di una «cabina di regia» a livello manageriale, che ha prescritto il collocamento delle subordinate individuando anche soggetti con un profilo di investitore a «rischio basso».


L'attività investigativa è relativa all'ipotesi di concorso nel reato di truffa aggravata ed è indirizzata alla ricerca della documentazione e della corrispondenza dei vari responsabili di area, che, afferma la procura di Arezzo in una nota, hanno imposto - tramite circolari interne e altre condotte al vaglio degli inquirenti - la sottoscrizione di subordinate a una clientela retail, priva di un profilo finanziario adeguato all'investimento, proposto di norma ai clienti 'professionali' che possiedono le competenze necessarie per prendere consapevolmente le proprie decisioni e per valutare correttamente i rischi che assumono
».


La presenza della 'cabina di regia' a livello manageriale è emersa
«con ragionevole certezza» anche grazie alle dichiarazioni contenute nelle oltre 400 denunce raccolte. È da essa che sarebbe partita la direttiva di collocamento delle subordinate in modo granulare, individuando anche soggetti con un profilo di investitore a «rischio basso» e non più solo a «rischio medio-elevato» in linea con la tipologia di investimento finanziario. Gli investimenti in subordinate, su proposta dei responsabili d'area e degli uffici territoriali, sono stati prospettati ai vari clienti come investimento sicuro ed analogo a quelli in obbligazioni ordinarie e titoli di Stato. «Talvolta - specifica la procura - addirittura il cliente è stato spinto ad effettuare il disinvestimento di operazioni a capitale garantito per favorire l'acquisto delle obbligazioni subordinate, che gli era stato proposto come 'una promozione' della Banca rivolta ai propri clienti migliori, ma che doveva essere sottoscritta in tempi brevissimi». Leggi l'articolo completo su
Corriere Adriatico