Erano insieme in quella stazione in Antartide da sei mesi. Sei mesi in cui erano stati a strettissimo contatto, forse troppo stretto, finché uno dei due non ha avuto un...
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Savitsky, ingegnere elettrico, lavorava insieme a Oleg, saldatore di apparecchiature elettriche. L'aggressore, attualmente ai domiciliari per tentato omicidio, conviveva con la vittima da quasi sei mesi: secondo quanto reso noto dall'agenzia Interfax, l'attacco avrebbe avuto luogo nella mensa degli ufficiali. Il ricercatore colpito è stato trasferito in un ospedale in Cile, mentre Savitsky, dopo averlo accoltellato, si è consegnato al direttore della stazione senza opporre alcuna resistenza.
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Secondo quanto riporta 47news.ru, Savitsky avrebbe detto di essersi pentito delle sue azioni: «È un male che sia andata così», le sue parole, citate dai media russi e dal quotidiano britannico Guardian.
La stazione, fondata nel 1968 e conosciuta anche come Waterloo, non era in effetti mai stato teatro di episodi simili, nonostante le pressioni e la situazione oggettivamente difficile di chi ci lavora, quasi isolato dal mondo. Nel 2010 un caso simile avvenne in una stazione meteorologica dell’Artico russo, dove un meteorologo, poi condannato a 12 anni, uccise un collega e cercò di farlo passare per un suicidio. Leggi l'articolo completo su
Corriere Adriatico