Aereo fermo da 20 anni lascerà l'aeroporto di Trieste, nel 2004 l'incidente contro un camion. A bordo c'era anche Lucio Dalla

L'aereo è un MD80 I-DAWR «Venezia», dopo l'incidente inutilizzabile perché il costo della riparazione superava di gran lunga quello dello stesso velivolo

Aereo fermo da 20 anni lascerà l'aeroporto di Trieste, nel 2004 l'incidente contro un camion. A bordo c'era anche Lucio Dalla
Dopo venti anni al parcheggio del Trieste Airport, lo scalo di Ronchi dei Legionari (Gorizia), sarà finalmente rimosso un velivolo all'epoca in uso nella flotta...

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Dopo venti anni al parcheggio del Trieste Airport, lo scalo di Ronchi dei Legionari (Gorizia), sarà finalmente rimosso un velivolo all'epoca in uso nella flotta Alitalia, fermato dopo una non grave collisione con un camion nella fase di rullaggio dopo essere atterrato. Una tragedia soltanto sfiorata. Per precisione di cronaca, a bordo c'erano, tra i 91 passeggeri, Lucio Dalla e il direttore del quotidiano Il Piccolo, Alberto Statera, illesi entrambi.

 

L'aereo fermo da 20 anni

L'aereo è un MD80 I-DAWR «Venezia», dopo l'incidente inutilizzabile perché il costo della riparazione superava di gran lunga quello dello stesso velivolo. Alle 11 del 20 aprile 2004 il volo Alitalia AZ1357, in servizio tra Roma Fiumicino e Trieste Ronchi dei Legionari, dopo l'atterraggio, durante la fase di rullaggio verso il piazzale, entra in collisione con un camion per la movimentazione terra, autorizzato ad operare nei pressi del raccordo «foxtrot», dov'erano in corso lavori. A causa dell'urto si spezza la parte terminale dell'ala destra, causando una fuoriuscita di carburante. A bordo, oltre ai 91 passeggeri ci sono 7 membri dell'equipaggio. Tutti vengono evacuati, senza feriti gravi, ma alcune persone riportano contusioni varie. «A seguito dell'incidente aeromobile e camion sono rimasti bloccati sul raccordo, luogo dell'incidente, per alcuni giorni, per i dovuti rilievi, poi l'area venne bonificata per tornare a essere nuovamente operativa. Una volta autorizzato lo spostamento - spiegano da Trieste Airport - l'aereo fu trainato nel piazzale, dove i tecnici supervisori della Boeing effettuarono rilievi con apparecchiature speciali al fine di verificare l'eventuale riparabilità del velivolo; pur possibile, la riparazione non venne effettuata, a causa dell'elevato costo dell'intervento, rivelatosi superiore al valore dell'aeromobile stesso, quindi il vettore decise di non procedere con la riparazione».

 

Lo scheletro 

L'aeromobile, proseguono dallo scalo, «venne pertanto smantellato da tecnici Alitalia per recuperare il maggior numero di componenti, motori, avionica, generatori, timone, parabrezza e altro, da riutilizzare come pezzi di ricambio su altri aeromobili dello stesso tipo, particolarmente comune nella flotta Alitalia di allora». A quel punto del «Venezia» restò, e resta, solo lo «scheletro», tuttora presente. «Ciò che rimaneva dell'aeromobile, sostanzialmente la struttura esterna, venne in seguito trasferito in un'area periferica, ma protetta del sedime aeroportuale di Ronchi dei Legionari e posteggiato in modo tale da non interferire con le varie attività aeroportuali - precisano ancora da Trieste Airport - luogo dove il relitto si trova attualmente».

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Corriere Adriatico