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ANCONA - Deterge, idrata e illumina la pelle. L’acido malico è tutto questo e anche di più. Si trova naturalmente nella frutta e nella verdura ma viene prodotto anche dal nostro corpo quando i carboidrati vengono convertiti in energia. A cercarlo, questo acido ai più sconosciuto ma dagli effetti provati si ritrova nelle mele, nel rabarbaro, nell’uva e nel vino ma soprattutto nel succo delle uve immature.
Ha molteplici usi tra cui la cosmesi e l’industria farmaceutica. Nadia Anpuri, estetista di Tolentino, la spiega così: «Nella cosmesi, viene spesso utilizzato anche come esfoliante oppure per migliorare l’aspetto della pelle schiarendo le macchie scure o la cute acneica».
Dove si può trovare
Questo acido si trova in alcuni tipi di frutta e cioè, oltre le mele e uva, anche banane, ciliegie, mango, pesche, noci, arance e fragole. Ma anche nei meloni e nelle more. E nella verdura come broccoli, fagioli, carote, piselli e patate. Ma ci sono anche bevande che lo contengono come le bibite gassate e quelle non, il tè freddo in polvere, le bevande aromatizzate alla frutta e sidri alcolici. E il vino, naturalmente. Nella lista, figurano anche prodotti per l’igiene personale come dentifrici, colluttori e sciroppi per la tosse. E poi caramelle sia dure sia morbide, gomme da masticare. In ambito chimico, la fotografia di questa sostanza non poco complessa giunge direttamente dall’esperta: «Si presenta come un cristallo dall’odore delicato, che si scioglie nell’acqua e nell’alcol. Appartiene alla famiglia degli alfa-idrossiacidi insieme all’acido glicolico, a quello lattico e all’acido salicilico, utilizzati in cosmesi come esfolianti».
I benefici
I vantaggi che arreca l’uso di questo prodotto sono molteplici. Anzitutto, deterge la pelle, la idrata e la schiarisce. Spiega l’estetista: “Quando le cellule morte e secche s’incollano tra loro, possono ostruire i pori e quindi la pelle rimane spenta e diventa anche granulosa e poco compatta. Utilizzando l’acido malico, la cute risplende perché si attiva un processo di esfoliazione che la illumina”. Questo procedimento, neanche a dirlo, accelera il turnover cellulare, origine indiscussa del ringiovanimento dell’epidermide. Oltre a pulire la cute, questo acido idrata la pelle. È infatti «un umettante in grado di attirare l’umidità e trattenerla nella pelle così da renderla idratata. Non a caso, questo acido compare spesso come componente di creme idratanti». È impiegato in prodotti anti acne e antiaging e nel trattamento delle pelli impure come quelle acneiche o quelle asfittiche e ispessite. Può anche essere utilizzato come regolatore del Ph. «Se utilizzato nelle normali concentrazioni e cioè fino ad un massimo del 10 per cento circa, non irrita la pelle - fa sapere Anpuri -. Non solo: a differenza di altri afa-idroassiacidi, mantiene la pelle ad un Ph stabile. E questo è fondamentale per avere una cute in salute e rigenerata anche nel tempo». Leggi l'articolo completo su
Corriere Adriatico